Fonte:IlTempo 13 agosto 2021 di Francesco Storace

Er sor Marchese non andrà più alla festa dell’Unità di Bologna. Compagni, piadine, salsicce e green pass, sennò non si entra. La legge è legge, stiamo mal governo e non si sgarra. Hanno fatto brutta figura, lor compagni, si credevano proprio come il Marchese del Grillo, “io so io e voi…”, ma hanno dovuto abdicare. Lo impongono a tutti gli italiani e loro non sono gli unti del Signore. Quindi, obbedienza tecnologica.

Si chiude così una pochade che aveva indignato non pochi. Perché per giorni è sembrato che in Italia ci fosse una zona franca, al di fuori della legge, quasi che bastasse iscriversi al Pd per venire meno ai nuovi doveri. Già c’è il sospetto che da noi si comanda anche quando si perde, ci mancava pure il favoritismo vaccinale.

Probabilmente tutto è successo per le conclusioni del solito dibattito organizzativo da sezione. Siccome il Covid viene dalla Cina, i compagni dell’Emilia rossa forse pensavano di essere esonerati dal rischio. Ma così non è e i prepotenti che volevano aprire le porte della festa nazionale ai novax come le frontiere italiane agli africani hanno dovuto ripiegare sulle loro irrevocabili decisioni.

Però, i più intelligenti hanno fatto la domanda da mille pistole. All’ingresso i nostri compagni volontari – “che già fatichiamo a trovarne” – rischiano di trovarsi di fronte allo stesso dubbio dei ristoratori che in queste ore cercano di farsi tradurre l’incerto italiano di Luciana Lamorgese: dobbiamo chiederli i documenti o no? E quando si presenterà Giuseppe Conte che facciamo, lo fermiamo o ci libererà dall’imbarazzo sperando che non esibisca invece il green pass del suocero con cui ha tanta confidenza legislativa?

Ovviamente, hanno già trovato la maniera per superare le manovre delle forze oscure della reazione in agguato. Così il green pass – ma perché non chiamarlo red, poi? – funzionerà solo per chi accederà alle sale al coperto per i dibattiti. Si sarà invece liberi di infettarsi nei vialoni della festa abbracciandosi tra compagni come fino a poco tempo fa si suggeriva di fare con i cinesi.

Più sovietica però la nota con cui si è tentato di porre fine alla polemica che campeggiava su giornali e social per la festa esonerata dai doveri. Un capolavoro: “In applicazione delle disposizioni governative vigenti, alla Festa Nazionale dell’Unità, in programma a Bologna dal 26 agosto al 12 settembre al Parco Nord, si potrà accedere solo muniti di Green Pass. Lo dichiara Maria Pia Pizzolante, responsabile delle Feste dell’Unità del Pd”. Ci mancava la musica classica sul sito del partito.

Mettetevi nei panni dei poveri internauti alla lettura di un comunicato di tal fatta. E chi è ‘sta Pizzolante? La cugina della Lamorgese? Dopo qualche ora dal comunicato tutto è apparso più chiaro. A giudicare dalle fotografie che circolano sulle varie feste dell’Unità in giro per l’Italia o dei gazebo messi qua e là per la loro mercanzia, già si sa che le norme le rispettano. Sicuramente quelle sul distanziamento sociale, visto il vuoto che costella le sedie appostate per un pubblico che non c’è. Non si rischiano assembramenti.

E comunque, dicono quelli che rimpiangono la cellula e i tempi belli in cui anche i comunisti dicevano cose normali pur da un punto di vista alternativo al nostro, “c’è più libertà a Lampedusa: lì arrivano tutti senza green pass. È un’ingiustizia”. Manco più il pugno chiuso potranno esibire, tra poco…

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