Fonte:Secoloditalia 25 giugno 2021 di Valerio Falerni

La Nazionale italiana non si inginocchierà in campo prima del match con l’Austria, che la imiterà. L’undici azzurro ne ha parlato ieri a Coverciano e questa è la decisione assunta. Lo conferma anche la circostanza che nessuna comunicazione in senso opposto è pervenuta all’Uefa. E il termine è scaduto ieri. Nessun inginocchiamento in omaggio al Black lives matter, dunque. E non per insensibilità verso il tema del razzismo (ci mancherebbe), ma per riaffermare l’autonomia dello sport dalla politica. Una puntualizzazione necessaria dopo le parole («una brutta scena, dovevano inginocchiarsi tutti») pronunciate da Enrico Letta all’indomani della partita contro il Galles, durante la quale la squadra azzurra si era spaccata come una mela: sei in ginocchio, il resto in piedi.


Dalla Nazionale nessuna comunicazione all’Uefa

Una distinzione intollerabile alla luce della teoria del monoblocco adotatta da Roberto Mancini a protezione degli atleti. La sua Italia è più d’una squadra: è un gruppo compatto dove tutti, panchinari compresi, devono sentirsi protagonisti. Con queste premesse, era perciò persino scontato che la Nazionale decidesse di muoversi coralmente per evitare di prestare il fianco a strumentalizzazioni politiche. È tuttavia probabile che non mancheranno polemiche in tal senso. Lo sport, il calcio in particolare, è da tempo una vetrina per lanciare campagne su temi a marcata vocazione politica.

Anche l’Austria farà lo stesso

Sono solo dell’altro ieri le critiche che hanno investito il presidente ungherese Viktòr Orban cui la Ue ha imputato una legge contro la pornografia che, a detta di Bruxelles, comprimerebbe i diritti dei gay. La polemica ha quindi investito l’Uefa costretta a circondare il proprio logo con i colori dell’arcobaleno dopo aver vietato di fare altrettanto con lo stadio di Monaco, dove si giocava Germania-Ungheria. Pressioni politiche ed istituzionali che rischiano di condizionare lo spirito di una spogliatoio e, quindi, anche i risultati del campo. La decisione della Nazionale va letta solo così: lasciateci giocare senza prendere di trasformarci testimonial per battaglie che possono solo dividerci. Giusto così e… forza Azzurri!

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