La sinistra – commenta la rivista Tempi –  dovrebbe fare una riflessione su quanto accaduto in Spagna. E lo stesso dovrebbero fare le femministe. Mentre in Italia la voce delle femministe storiche si riduce a una minoranza che non riesce a condizionare il dibattito pubblico, in Spagna la faccenda è andata diversamente.

Tra le oppositrici della legge trans ci sono nomi di peso, come Lidia Falcón, presidente della Confederazione delle organizzazioni femministe e fondatrice del Partito femminista spagnolo nel 1979, e Carmen Calvo, attuale vicepresidente del governo. A opporsi anche una famosa filosofa di sinistra come Alicia Miyares, che parla non solo di “imperialismo culturale” e di “cancellazione delle donne”, ma accusa Podemos di essere “afflitto dal virus del postmodernismo e dal relativismo culturale”.

Lidia Falcón ha osservato che “non si cambia sesso mai, mai. Da quando sei fecondato nell’ovulo, hai già il sesso determinato e lo hai fino alla morte. E dopo secoli scavano i resti e il Dna delle tue ossa è maschio o femmina”.