Da Bari ai Soumahoro: quei finti puri di sinistra che nei fatti sono solo ipocriti

Estratto dall’articolo di Gianluigi Paragone per IlTempo

Quando nel giro di poche ore ti ritrovi con il «diritto all‘eleganza» che diventa un rinvio a giudizio e con un tariffario dove il bisogno della povera gente è quotato 50 euro, forse la sinistra italiana dovrebbe farsi un imponente esame di coscienza e coinvolgere tutto quel mondo radical chic (giornalisti compresi) che l’hanno ridotta a essere un fantasma. La moglie di Soumahoro, il sindacalista che entrava con gli stivali della lotta al caporalato e in difesa dei migranti sfruttati, si ritrova a processo assieme alla madre e ai fratelli per reati vari che vanno dalla bancarotta alla frode, fino all’autoriciclaggio, nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei fondi pubblici erogati dalla coop Karibu e dal consorzio Aid. Insomma soldi generati dalle politiche di accoglienza, cavallo di battaglia di chi – per usare le espressioni dei partiti del centrosinistra e delle loro raffinate penne- ha cuore, umanità, senso del prossimo. Sarebbero bastati alcuni controlli giornalistici per meglio mettere a fuoco la questione, ma la Propaganda dei Damilano, Zoro, Repubblica, Boldrini e compagnia varia doveva correre: l’umanità di Soumahoro contro la rozzezza di Salvini, i democratici contro i fascisti.

Gli amici di Orban che umiliano Ilaria Salis, ultima «statuina» del presepe piddino antifascista. Con buona pace dei tanti italiani all’estero detenuti in condizioni pessime o delle migliaia di persone innocenti schiaffate in galera con accuse infamanti e ballerine. I fascisti, la parola magica rianimata per racimolare voti, vendere copie e tenere in piedi associazioni varie con contributi e cinque per mille. Una rete perfetta a uso e consumo del vero elettorato del Pd e della sinistra: borghesia e nobili d’animo con un portafogli che si apre per donazioni di buona volontà. Loro stanno in centro e «gli altri» nelle invisibili periferie dove immigrati e poveri si scannano per un alloggio popolare o per un posto negli asili o nelle scuole primarie.
A Bari, poi, il capolavoro, che si ostinano a non voler vedere nonostante il pieno coinvolgimento- stando alle accuse della procura – di dirigenti e pezzi organizzativi importanti. La colpa è dei «giornali e delle tv vicine al governo» che gonfiano l’accaduto; oppure è colpa di Conte che finalmente torna a rinfacciare al Pd la questione morale, usando parole che il Movimento diceva quando a curarne la regia politica era Gianroberto Casaleggio e Grillo lo ascoltava.

Conte riallinea il «suo» Movimento (per tattica politica, per carità, ma lo sta facendo) a quel Movimento che scuoteva gli elettori italiani tanto da arrivare al trenta e rotti per cento. «Conte sta aiutando la destra», tuona la Schlein mettendo l’accento sulla «destra» di cui sopra. Invece i marziani sono loro, atterrati laddove la povertà e il bisogno si pagano con 50 euro, buoni pasto, bombole del gas e qualche promessa di assunzione. Bari, dicevamo. La Puglia. L’eldorado del Pd e del Centrosinistra: prima con Vendola poi con Emiliano e ora con Decaro, il sindaco più amato d’Italia prima che le inchieste rompessero l’incantesimo e portassero alla luce il collasso politico. Perché è questo il vero punto: prima delle inchieste c’è il fallimento sociale di una sinistra che si è dimenticata dei più bisognosi, dei lavoratori, delle marginalità, cioè del suo elettorato storicamente più identificativo; e che per riagganciarlo avrebbe addirittura bisogno di comprarlo.

Ma il tradimento c’è già stato prima. Cos’è la sinistra, cos’è il Pd? È la voce del mercato e delle riforme neoliberiste impiantate coi governi europeisti propri o tecnici (cui non si sono mai sottratti una sola volta!): sono loro che hanno tagliato più di altri le voci di sanità, scuola, welfare, «perché l’Europa ci chiede rigore». È la sinistra che ha «bucato» per la prima volta lo Statuto dei Lavoratori con Tiziano Treu fino ad arrivare al Jobs Act di Renzi, segretario del Pd. Ed è sempre il Pd (prima Pds e Ds) che ha favorito ingressi generosi di stranieri in Italia, da Livia Turco alla Boldrini. E infine è il Pd che, dopo aver svenduto i diritti solidi, si è messo sulla linea dei nuovi diritti liquidi (dall’epopea delle battaglie lgbtquia+ alle famiglie queer) o dei diritti green, il cui costo sarà insostenibile proprio per chi lotta con bilanci familiari sempre più magri. Prima delle inchieste, il fallimento della sinistra è politico e accade proprio nel tempo delle maggiori ingiustizie sociali provocate da quel dio mercato cui Pd e dintorni hanno sacrificato la propria storia.

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