Fonte:secoloditalia 18 gen 2021 di Adele Sirocchi

Si volta pagina dopo una crisi aperta in modo irresponsabile. Il succo dell’intervento di Giuseppe Conte alla Camera è tutto qua. Poi ci sono i segnali politici che ha lanciato. Non ha mai nominato Matteo Renzi, evitando il taglio polemico che aveva dato al suo intervento in Parlamento contro Salvini quando era caduto il Conte uno. Ma lasciando intendere chiaramente che non si può ricucire con Italia Viva che ha lasciato il paese “sgomento” con il suo strappo.

La promessa della legge elettorale proporzionale

Ha poi chiesto l’appoggio delle forze che hanno una tradizione liberale, popolare e socialista. E ha offerto ai “responsabili” una riforma delle legge elettorale modificata in senso proporzionale. E’ stato il passaggio più politico del suo discorso. “Il governo si impegnerà a promuovere un impianto di riforma elettorale di impronta proporzionale, ovviamente quanto più condivisa, che possa coniugare l’esigenza di rappresentanza con quella pur ineludibile di garantire governabilità”.  “Alla modifica del sistema elettorale potranno essere affiancante alcune innovazioni istituzionali, alla luce della riduzione dei parlamentari: occorrono dei correttivi per la razionalizzazione dei lavori, in particolar modo sul ricorso alla decretazione d’urgenza”.

La vocazione europeista

Ha quindi definito il perimetro ideologico del suo governo con l’appello alla vocazione europeista. “Sappiate che questo è il momento giusto per contribuire alla prospettiva di governo, declinata in senso europeista e anti-sovranista”. Per tagliare fuori i sovranisti di Salvini e Meloni. Ha infine promesso che mollerà la delega ai Servizi delegandone la gestione a un’autorità di sua fiducia. “Aiutateci a ricucire la ferita aperta con la crisi”, è stato il suo appello finale.

L’intervento di un’ora è stato, per il resto, una lunga e noiosa elencazione dei provvedimenti presi per dare l’impressione che il suo governo ha strabiliato il Paese con una serie di provvedimenti mirabili. Mentre in realtà il suo è stato un governo immobile che ha sperperato risorse con i bonus a pioggia.

Incapace di riconoscere gli errori fatti

Conte, nel suo delirio narcisistico, conferma di essere incapace di riconoscere gli errori fatti: “Se vi parlo in quest’aula a testa alta – ha detto – non è per l’arroganza di chi ritiene di non avere commesso errori ma per la consapevolezza di chi ha impegnato tute le proprie energie per offrire la migliore protezione possibile a tutta la comunità nazionale”.