Fonte:7Colli 28 Settembre 2021 di
A me puzza assai questa storia di Luca Morisi. Mi sa di polpetta avvelenata contro Matteo Salvini. Per fargli male.
Ti alzi di mattina e apri Repubblica e Corriere della Sera, e leggi in prima pagina che “il guru dei social della Lega” è indagato per droga.
Quella trappola a Luca Morisi
Che è – anzi era fino a un po’ di tempo fa – proprio Luca Morisi. E qui entra anche una dimensione personale, l’affetto, la confidenza via whatsapp quasi quotidiana, la stima professionale.
Luca ha scritto una bellissima lettera a Matteo. Ha chiesto scusa a lui, alla Lega, a suo padre, per aver ceduto. Ma di che droga parliamo? Dice la procura competente, un banale quantitativo per uso personale. Male, certo, ma non è reato, la sinistra che attacca Morisi (per colpire Salvini) la vorrebbe addirittura legale a prescindere.
Poi, leggi i social, la canea, e ti rendi conto che qualcuno ha usato la trappola e per questo va apprezzata una volta di più la mano che Salvini ha teso al suo vecchio e caro amico Morisi.
La domanda è: se Luca Morisi è così importante da meritare le prime pagine dei giornaloni, come mai un’indagine che sarebbe partita a Ferragosto finisce sulla stampa l’ultima settimana di campagna elettorale?
Il mostro in prima pagina
Il dubbio ti viene eccome, anche perché al sensazionalismo ci abbiamo fatto il callo e il mostro in prima pagina lo sbattono facilmente, salvo non scusarsi mai quando i fatti negano quello che si deciso di sparare sul giornale.
Pare quasi ovvio dover dire che se Morisi ha sbagliato, ne pagherà le conseguenze. Ma si consenta a chi gli vuole bene di non cambiare opinione su di lui di fronte ad un errore. Che è tale anche perché è proprio lui a scusarsi. E di questi tempi non si trova facilmente chi è disposto a farlo.
A sinistra sono capaci di mettere in discussione persino l’amicizia. Preferiscono la complicità. Quella sì, occulta.