Le balle spaziali del megadirettore Marco Travaglio per convincere gli elettori M5s: giustizia, roba da Ventennio

 

Fonte:LiberoQuotidiano 01 agosto 2021 di Giovanni Sallusti

Se volete sapere come si è svolta esattamente l’approvazione della riforma Cartabia, non dovete leggere i giornali demo -plu to -giudaico -massonici al servizio del  superbanchiere Draghi, o peggio ancora fogliacci esplicitamente sovversivi come Libero. No, dovete abbeverarvi a quella sacra fonte che è per le truppe dei duri e puri pentastellati (due aggettivi che si fa qualche fatica ad associare al nuovo leader Peppino Conte, ve lo concediamo) l’equivalente di quello che era l’Istituto Luce per altri agitatori di manganelli in altri tempi: Il Fatto Quotidiano. Mentre rileggete il titolo della prima pagina travagliesca di ieri, dovete immaginarvelo accompagnato dalle fanfare troppo invasive e dalla voce troppo impostata tipiche dell’originale: “Conte limita i danni, Cartabia&C. cedono”. Sommario, e qui è cinegiornale spinto: “Stavolta i 4 ministri dei 5Stelle resistono e piegano Draghi, Lega, Fi e Iv” (e anche venusiani e sovranisti intergalattici, immaginiamondr). Il finale ci avvisa che per Patuanelli «il bicchiere è più che mezzo pieno», non sappiamo se si riferisca al vino preventivamente assunto dal titolista o alla riforma disinnescata dagli indomiti grillini.

In ogni caso: «I 4 ministri dei 5Stelle resistono e piegano Draghi». Ci sta dicendo, l’agenzia Stefani del “contismo senza limitismo”, come direbbe quell’altro sovversivo di Dagospia, che i signori D’Incà Federico, Dadone Fabiana, Di Maio Luigi e appunto Patuanelli Stefano hanno sconfitto Draghi Mario, un tizio che impostò e vinse un braccio di ferro con i falchi della Bundersbank e contrariò la signora Merkel Angela sulla politica finanziaria europea. È oggettivamente un capolavoro surrealista, questa prima pagina fattesca, a questo livello ricordiamo forse solo l’apertura del Corriere della Sera il 7 giugno 1944, a rendere edotti i cittadini italiani su come effettivamente fosse andato il D-Day: “La massa di fuoco della difesa germanica batte le unità Alleate sulla costa della Normandia”.

Allo stesso modo, la massa di fuoco pentastellata ha battuto le unità dei partiti che a un occhio superficiale avrebbero sbaraccato la riforma pentastellatissima Bonafede, come a un occhio superficiale gli Angloamericani mentre andava in stampa quella memorabile prima corrieresca stavano consolidando le prime teste di ponte. Per fortuna che c’è l’editoriale imparziale del megadirettore Travaglio, a restituire i fatti nella loro nuda oggettività. «Il compromesso al ribasso che salvava solo i processi per associazione mafiosa e voto di scambio, condannando all’improcedibilità tutti i delitti “strumento” dei clan- corruzione, estorsione, usura, riciclaggio, turbativa d’asta, truffa, frode, traffico di droga, armi, rifiuti tossici, prostituzione, ecc- è stato evitato dall’intrasigenza di Conte».

Di fronte a Draghi, Cartabia, Giorgetti, Brunetta, Garavaglia e analoghi servi dei Casalesi, capi-mandamento che non vedevano l’ora di riscuotere il pizzo a raffica, incentivare il traffico di eroina, la tratta delle bianche, delle nere e delle gialle, si staglia la Sua figura, quella dell’Intransigente, dello Statista, dell’Incorruttibile, uno che fa sembrare Robespierre un mollaccione e De Gasperi uno sprovveduto, Giuseppe Conte da Volturara Appula. Nel caso qualche orecchio refrattariamente sintonizzato sulla realtà non avesse afferrato, il direttorissimo e i suoi riapplicano il primo teorema dell’Istituto Luce, la ridondanza, e corredano l’intera pagina 2 col seguente titolo: “Conte minaccia la crisi e riscrive la Cartabia: tutti mugugnano, poi votano”.

Vero demiurgo dell’avvenire italico (non escludiamo prossimamente i colleghi mandino in edicola un inserto fotografico con l’Avvocato del Popolo che trebbia il grano a torso nudo, come l’illustre precedente), Giuseppi ha fatto irruzione al tavolo delle trattative, ha stracciato il documento vergato da quegli analfabeti di ritorno che sono l’attuale presidente del Consiglio e l’attuale ministro della Giustizia, e li ha obbligati a riscriverlo da capo, sotto il suo occhio benevolo (il destro, con un cenno del sinistro placava i mugugni dei partiti e convinceva tutti a votare). Sì, è andata proprio cosi.

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