Fonte:Ilgiornale 12 Marzo 2021 di Rosa Scognamiglio

Scatta la psicosi per i presunti effetti collaterali del vaccino AstraZeneca tra gli insegnanti e militari: “Non vogliamo fare il richiamo”

ABV2856. È la sigla della “grande paura”, quella del lotto di vaccino AstraZeneca messo sott’accusa dall’Agenzia Europea dei medicinali (EMA) per presunte reazioni avverse al siero. All’indomani dell’ennesimo caso di decesso sospetto, in Campania, dove un operatore scolastico sarebbe morto a seguito della prima inoculazione, è scattata la psicosi. “Non vogliamo più fare il richiamo“, protestano a gran voce agenti e insegnanti che già sono stati vaccinati.

Il lotto incriminato

La partita di siero AstraZeneca, quella con la sigla indentificativa ABV2856, è approdata anche in Italia. Ieri, l’Aifa ha fatto sapere che, d’accordo con l’EMA, il “lotto è stato ritirato in via precauzionale dal mercato“. Le dosi sarebbero state inviate ad alcuni hub regionali della penisola e, in larga parte, già utilizzate per la prima somministrazione. “Complessivamente del lotto di AstraZeneca sospeso dall’Aifa sono arrivate in Sicilia 20.500 dosi, di queste ne sono state somministrate 18.194. Le rimanenti 2.306 dosi sono state bloccate“, ha confermato l’assessore della Regione Sicilia. Oltre che in Sicilia, in Molise e in Emilia Romagna, alcune dosi del lotto Abv2856 sono state rinvenute anche in Umbria, per la precisione a Orvieto. Qui, per fortuna, nessuno dei vaccinati ha manifestato criticità. Tuttavia, nelle ultime ore si stanno moltiplicando le segnalazioni di effetti collaterali sospetti. Al momento, infatti, i Nas hanno sequestrato le ampolle della partita sotto esame anche in Campania, Lombardia, Veneto, Puglia, Calabria e Abruzzo. 1.500 dosi sono state sequestrate nelle scorse ore a Potenza, in Basilicata, dove però sembrerebbe non essere stato ancora utilizzato. 15.743 dosi sono state somministrate in Toscana, dove la Regione ha provveduto a sospendere le 15 non utilizzate. Altre dosi sono state ritirate in Friuli Venezia Giulia.


Centralini delle Asl presi d’assalto

All’indomani della fuga di notizie, i centralini dell’Asl di mezza Italia sono stati letteralmente presi d’assalto. “Chiamano pazienti fragili – dice Antonio, operatore di Torino, al quotidiano La Repubblica –chiedono di essere rassicurati. La gente adesso vuole sapere se vaccinarsi è un rischio oppure no, se può ricevere Pfizer, o se può rifiutare AstraZeneca. Altri vogliono annullare gli appuntamenti e minacciano di non presentarsi. È il caos da piscosi: tutti gli sforzi per convincere i cittadini a mettere in sicurezza il Paese rischiano di essere bruciati“. Inutili, o in ritardo, le informazioni ufficiali. “Mi hanno vaccinata domenica – dice Betta Fiore, agente della polizia locale di Bari –e la prima cosa che ho fatto oggi è leggere il numero del mio lotto AstraZeneca sul certificato. Per fortuna non è quello ritirato, ma ad altri colleghi è andata male. Io però, fino a lunedì, ho avuto dodici ore di febbre a 39 e dolori muscolari diffusi. Prima di fare il richiamo devo avere la certezza che non ci siano altri effetti collaterali“.

“Abbiamo paura”

Abbiamo paura“. È un coro all’unisono quello che si leva tra insegnanti e militari che hanno già ricevuto la prima inoculazione del vaccino Astrazeneca. “Mi hanno fatto ABV2856 oggi alle 11.30 – racconta a La Repubblica Donatella De Vincentis, insegnante abruzzese nel liceo a Castel Sant’Angelo – e appena sono tornata a casa ho visto sui siti che in Danimarca avrebbe causato due morti. Adesso ho la febbre, formicolii a mani e piedi. Il medico mi ha detto di prendere un’aspirina, ma ho dovuto aggiungere un tranquillante. Altri colleghi vivono il mio incubo: prima di fare il richiamo, a fine maggio, pretendiamo chiarezza“. La beffa, a detta di molti, è quella di aver fatto il vaccino per senso civico, in modo da poter lavorare in sicurezza. “Martedì è toccato a noi docenti dell’università di Padova – dice Arturo Lorenzoni, leader del centrosinistra in Veneto – e ci siamo presentati alla Croce rossa sperando di riprendere presto le lezioni in ateneo. Tutti AstraZeneca, compreso il rettore Rosario Rizzuto: quasi tutti scopriamo ora che ci hanno dato dosi del lotto sospetto. Nessuna indicazione dalla Regione. Ho dovuto chiamare il medico, che mi ha consigliato di fare subito l’esame D-Dimero per verificare il rischio trombotico. Per fortuna, essendo già risultato positivo, non dovrò ricevere comunque una seconda dose“.

La psicosi e i rimedi “Fai da te”

Il susseguirsi incessante di notizie circa numerosi casi sospetti di trombosi dopo l’inoculazione ha messo in allerta decina di vaccinati. Dalle prime ore di ieri pomeriggio, a seguito dell’annuncio da parte dell’Aifa del ritiro (in via precauzionale) del siero AstraZeneca, in molti si sono rivolti ai medici di base per ricevere qualche dritta. Il rimedio “fai da te” – fortemente sconsigliato dai medici – sembra andare per la maggiore. “Mi chiamano i pazienti – dice Alessandro Caputo, medico di famiglia a Napoli – e mi chiedono se dopo la dose AstraZeneca possono assumere eparina, tachipirina o altri farmaci contro infarti e trombosi. La risposta è di non fare nulla in assenza di sintomi e senza aver prima consultato il medico“. Dopo i sospetti diffusi da subito sul vaccino ora nella bufera, imputato di essere meno efficace dei concorrenti, arginare il panico non sarà facile. “Io l’ho fatto mercoledì nel padiglione del Museo della scienza e della tecnica – dice Cecilia Turon, insegnante di Milano – e ovviamente non ho controllato il lotto. Per un giorno ho avuto la febbre, altri colleghi sono stati costretti a due giorni di malattia. È lei ora a dirmi la sigla del lotto ritirato: no, non corrisponde alla mia. Meglio così, ma prima di andare per il richiamo devo capire“. Informazioni trasparenti e certezze scientifiche: questo adesso invocano gli italiani, travolti prima dalla pandemia e poi dalla psicosi. Adesso fa più paura il vaccino del virus.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.