Fonte:Secoloditalia 27 apr 2021 di Luisa Perri

Chissà se anche alle parlamentari pentastellate correrà un brivido sulla schiena, leggendo le indiscrezioni di queste ore riportate da Repubblica. La difesa di Ciro Grillo e degli altri ragazzi – non ci fosse di mezzo il figlio di Beppe, lo definirebbero il branco – vuole investigare a fondo. Sulla vittima dello stupro.

Una indagine rivoltante per tutte le donne. A maggior ragione per le parlamentari del M5s: alla faccia del codice rosso. Altro che la Dadone con le scarpe rosse sulla scrivania, del rossetto della Azzolina, della solidarietà sbandierata a Giulia Sarti, la deputata grillina i cui video hard finirono in Rete.


La “studentessa italiana” definita “modella italo-svedese”

Per difendere suo figlio dall’accusa di stupro, Grillo si comporta nel modo più spregiudicato possibile. Già all’inizio, attraverso i suoi legali, ha provato a far emergere l’immagine di una modella (e non di una studentessa). Inoltre, in tutte le occasioni viene definita sempre come italo-svedese, quando la ragazza è italiana. Anche in questo caso, si può pensare a una suggestione mediatica. L’immagine della Svezia come terra di “donne libere” rispetto alle nostre, è un retaggio antico ma, evidentemente, che funziona ancora secondo la strategia dei legali di Grillo.

Con lo stesso parametro Ciro Grillo è un pugile italo-iraniano

Anche perché, a questo punto Ciro Grillo, appassionato di boxe e con la mamma persiana, potrebbe essere definito pugile italo-iraniano.

Grillo – scrive Repubblica – ha dato mandato a un medico legale di fare una perizia sulla ragazza. Ha chiesto di fare delle «indagini conoscitive» su Silvia, 19 anni. L’intento di Grillo senior è chiaro. Vuole far intendere che Silvia si sarebbe fatta volontariamente condurre dal letto dove stava dormendo, alle 4 di mattina, per finire in un box doccia. E qui sottostare alle attenzioni sessuali di quattro giovanotti conosciuti poche ore prima.

Per smontare lo stupro Grillo ingaggia il super consulente

Il costosissimo superconsulente è Marco Salvi. Il medico, conosciuto per aver lavorato ai casi del serial killer Donato Bilancia e all’omicidio di Carlo Giuliani durante il G8, avrebbe il compito di ricostruire la personalità e il carattere della giovane. La parcella d’oro è l’ultimo dei problemi per Beppe Grillo.  Attraverso filmati e foto, il dottor Salvi dovrebbe stabilire quanto la ragazza fosse realmente ubriaca o capace di intendere e volere la notte del 16 luglio 2019.

Intanto, uno degli amici di quella sera, ha scaricato gli altri. Lo riporta La Stampa. Francesco Corsiglia, 22 anni, due settimane fa davanti al procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso ha raccontato la sua verità, diversa da quella riferita da Ciro e dagli altri. Ha ammesso, sì, d’essere stato pure lui presente quella notte, ma ha rimarcato di non aver nulla a che fare con la violenza di gruppo. «Dormivo», fatto mettere a verbale. Ha precisato d’aver avuto un rapporto sessuale con Silvia, la studentessa che li ha poi denunciati a Milano, ma «consenziente». Non solo. Corsiglia ha evidenziato d’essere l’unico che non compare nelle foto e nei video fondamentali secondo i pm nel provare lo stupro. In particolare, è assente da un selfie (trovato in uno dei telefoni cellulari sequestrati) in cui Ciro Grillo ha immortalato se stesso dove non si vede lo stupro, ma descrive lo sballo osceno di quella notte.

Di sicuro, una brutta storia. Ed è improbabile che il super consulente ingaggiato da Grillo riesca a ribaltare la verità dei fatti.

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