Fonte:secoloditalia 29 gen 2021 di Ginevra Sorrentino

Il calendario delle consultazioni oggi ha visto salire al Colle anche il M5S. Una mezz’oretta, o poco più, di colloquio, in cui la delegazione grillina, composta dal capo politico Vito Crimi. E e dai capigruppo di Senato e Camera, Ettore Licheri e Davide Crippa, hanno sfoderato al capo dello Stato un copione di dichiarazioni al limite del paradossale. Già, perché proprio gli anti-casta per eccellenza, quelli contro l’accaparramento delle poltrone rappresentano al momento la forza politica di Palazzo più incollata allo status quo ante. E perché sempre loro, gli uomini del veto e i movimentisti anti-personalismi, sono coloro i quali, ancora oggi, sono andati davanti al presidente della Repubblica per chiedere con forza un nuovo incarico al premier dimissionario Giuseppe Conte. Dichiarandosi disponibili, al contempo, a «un governo politico che parta dalle forze della maggioranza dell’ultimo anno e mezzo ma con un patto di legislatura chiaro davanti a cittadini e con lealtà».

M5s al Colle, Crimi fa il furbetto e insiste su Conte e sulla vecchia maggioranza

Insomma, tutto cambi, perché nulla cambi. Di fronte alla crisi e al cambio di schieramenti in corsa. Fallita la caccia all’ultimo voltagabbana, ribattezzato a più riprese come “responsabile”, “costruttore”, “volenteroso”… E chi più ne ha, più ne metta. Naufragato il sogno di una campagna acquisti, rivelatasi fallimentare dal minuto dopo il fischio d’inizio, il M5S insiste a rimanere immobile sulle sue posizioni. Una fermezza che ormai, è chiaro a molti, più che frutto di una presunta coerenza, tradisce semmai il desiderio di garantire a tutti i costi, non già il superamento della empasse di governo ma, semmai, incarichi, ruoli e potere fin  qui acquisito da chi ne ha fatto parte prima del rovesciamento dei tavoli di Renzi.

M5S: «Un governo con la maggioranza dell’ultimo anno e mezzo, ma con un patto di legislatura»

Non a caso allora, oggi Crimi al Colle al presidente Mattarella è andato a ribadire: «Siamo disponibili a un confronto con chi intende dare risposte concrete per l’interesse del Paese” e per “un governo politico che parta dalle forze della maggioranza dell’ultimo anno e mezzo ma con un patto di legislatura». Aggiungendo finanche, all’apice del paradosso, come ci sia «bisogno di stabilità. Di rimboccarci le maniche. E di lavorare per “un nuovo corso”». Che segua, è chiaramente implicito, le orme del precedente. Perché la politica, incalza Crimi, «deve rispondere adeguatamente. Risolvere i problemi. Disinnescare una crisi le cui ragioni sono “incomprensibili persino a noi”. Oltre che ai cittadini», sottolinea il capo politico a 5S. Pertanto, conclude Crimi, «per il Movimento 5 stelle l’unica persona in grado di condurre con serietà il Paese in questa fase è Giuseppe Conte. Nel corso dell’ultimo anno, in condizioni gravi e difficili, ha dimostrato senso di equilibrio, capacità decisionale e spirito di sintesi». Insomma, alla fine, con buona pace di frondisti e dissidenti grillini, nessun veto netto contro una forza politica, Iv compresa. Ma Giuseppe Conte premier come punto fermo.

La memoria “selettiva” di Crimi e M5S

Una bandiera, quella di Conte, che Crimi e M5S continuano a sventolare e a rivendicare come vessillo di «responsabilità e condivisione». In barba «a veti e personalismi, nell’arroccarsi sulle proprie posizioni». Parole testuali di un capo politico movimentista che, nel fare il furbetto e rispolverare una memoria selettiva, dimentica il personalismo osteggiato dal premier in ogni modo e luogo possibile. Dagli annunci a reti unificate, ai viaggi in Europa. Fino all’istituzione di una cabina di regia, passata sopra pareri, consigli e proposte dell’opposizione di governo responsabile, ma quasi sempre inascoltata. E di cui i monologhi parlamentari di Conte nei giorni scorsi, sono solo gli esempi più eclatanti. Ma, a fronte di tutto ciò. E con il disastro cig e il baratro Inps che insistono drammaticamente, Crimi uscito dalle sale del Quirinale insiste: «Il Paese non può aspettare, e non è accettabile pendere tempo. L’Italia ha bisogno di tornare ad avere un Governo, che agisca nel pieno delle sue funzioni, nel più breve tempo possibile. Un Governo che riprenda a lavorare senza sosta per portare un aiuto concreto a chi ha bisogno». Ossia, quanto finora l’esecutivo e premier dimissionario non sono stati in gradi di garantire. E non c’è bisogno di una memoria di ferro per ricordarsene…