Fonte:liberoquotidiano 04 febbraio 2021

“Se c’è una squadra all’altezza e un progetto chiaro partecipiamo assolutamente”: la prima apertura di Matteo Salvini a un eventuale governo Draghi è arrivata ieri sera durante l’intervista di Lilli Gruber a Otto e mezzo. Fino a quel momento il leader della Lega non era mai stato molto chiaro su un ipotetico governo istituzionale. La frase che ripeteva più spesso era: “La via maestra sono le elezioni”. Proprio come Giorgia Meloni. Adesso, però, il segretario del Carroccio – a differenza della sua alleata – pare aver fatto qualche passo indietro. “Se sarà Draghi a portare stabilità noi daremo il nostro contributo”, ha continuato dalla Gruber, aggiungendo comunque che “la parola dovrà tornare prima possibile agli italiani”. E mettendo in ogni caso dei paletti: “Un governone tutti insieme dalla Boldrini, a Zingaretti, alla Lega, ai Cinquestelle sarebbe improponibile”. E infatti anche oggi Salvini ha posto una condizione: “Draghi dovrà scegliere tra Lega e Grillo”.

Cosa, o meglio chi, avrà spinto Matteo Salvini tra le braccia dell’ex presidente della Bce? Portandolo a smarcarsi da Giorgia Meloni e ad ascoltare Mario Draghi? È ormai certo infatti che il centrodestra andrà diviso alle consultazioni.  Stando al retroscena di Augusto Minzolini sul Giornale, il leader leghista sarebbe stato spinto e influenzato soprattutto dai governatori e dagli industriali del Nord. E non è difficile immaginare che tra questi ci sia anche il presidente del Veneto Luca Zaia. Fin da subito, infatti, il governatore ha negato l’esistenza di pregiudizi su Draghi. E oggi, dopo l’apertura del segretario del Carroccio, ha dichiarato: “Vedo da parte di Salvini il senso di responsabilità”. Approvazione totale insomma.

A favore dell’ex numero uno della Bce c’è poi un altro pezzo pesante della Lega, il vicesegretario di partito Giancarlo Giorgetti. “Draghi è un fuoriclasse come Ronaldo. Uno come lui non può stare in panchina”, ha detto oggi. Mostrando di non avere dubbi sulle competenze del premier incaricato e lasciando intendere chiaramente come dovrebbe comportarsi la Lega durante il voto di fiducia.

Riflessioni sull’articolo

Prima di fare riflessioni affrettate io attendo la fine delle consultazioni, certo una divisione nel centrodestra c’è, non si può negare ma è una divisione temporanea, un po come avvenuto nel 2018, con il governo gialloverde quando la lega e andata per fatti suoi, d’altronde il centrodestra e formato da tre partiti ed e giusto che in questa fase decide ognuno per se, divisione non spaccatura, lo stesso si ricompattera  più forte di prima alle prossime elezioni ne sono sicuro.