Fonte:Ilgiornale 17 Gennaio 2021 di Francesco Curridori

Una promozione, una sostituzione in corsa e due assegnazioni di ministeri ormai vacanti. Sembra questo l’accordo messo in cassaforte dal premier Conte per assicurarsi il sostegno dei responsabili, oggi ribattezzati ‘costruttori‘ che Pd e M5S, però, mal digeriscono…

“L’attuale sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo dovrebbe essere promosso a ministro degli Affari europei al posto di Enzo Amendola, con il Pd che, in questo caso, dovrebbe fargli spazio a sue spese”, rivela a ilGiornale.it un ex senatore grillino che sta seguendo da vicino la vicenda. Secondo la nostra fonte, il socialista Riccardo Nencini, ‘titolare’ del simbolo che permette a Italia Viva di esistere come gruppo parlamentare al Senato, diventerebbe ministro dell’Ambiente, un dicastero molto ambito da chi sa che gestirà una grande fetta dei soldi del Recovery Fund. Per la senatrice Sandra Lonardo, conosciuta anche come ‘lady Mastella’, ci sarebbe il dicastero dell’Agricoltura, lasciato libero dalla renziana Teresa Bellanova. “Lorenzo Cesa o Paola Binetti – ci dicono – andrebbero a occupare il posto di ministro della Famiglia”, quello che fino a pochi giorno fa era guidato dall’altra renziana, Elena Bonetti.

Sul fronte dell’Udc, però, c’è da segnalare la smentita arrivata ieri: “Non si può gettare il Paese nella palude e nel caos. Gli italiani sono stanchi e stremati. Non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel Centrodestra. Continueremo a lavorare in questo frangente drammatico per il bene del Paese. I nostri valori non sono in vendita”, si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa del partito centrist. “Conte-ter? La presunta maggioranza non è neanche arrivata in Parlamento che già proietta i titoli di coda di un governo che nasce morto”, ha commentato sarcastico il forzista Giorgio Mulè.

Conte cerca altri voti E l’Udc subito si sfila: “Noi con il centrodestra”

E, in effetti, si inizia a percepire una certa maretta sia all’interno del Pd sia dentro il M5S, dal momento che i due partiti si interrogano sempre più sulla difficile convivenza che ci sarà tra forza politiche così diverse. “Via via che prende forma la maggioranza con i responsabili, molti di noi si stanno convincendo che forse è meglio far saltare tutto per tornare con Italia Viva”, segnala un deputato grillino alla seconda legislatura, dietro garanzia di anonimato che aggiunge: “Così sarebbe peggio che stare con Renzi”.Tra i grillini, infatti, serpeggia una domanda: “Stiamo andando con UDC e socialisti per difendere Conte?” Se è così, “il Movimento è finito”, sentenzia la fonte nostra pentastellata. Altri, invece, si chiedono: “Siamo nato contro la vecchia politica e, ora, vogliamo morire tra le braccia di Clemente Mastella?”. E ancora: “Per fare il governo con Salvini e con il Pd abbiamo votato su Rousseau. E, ora? Perché la base non viene consultata?”Tutti dubbi e quesiti legittimi che fanno pensare che la carta Renzi sia ancora sul tavolo sia dei pentastellati sia dei democratici. Al Nazareno, infatti, non è un mistero che si preferisca il senatore di Rignano al gruppo raccogliticcio e informe dei responsabili, un vero e proprio “fritto misto”. Un esponente di spicco del Pd avrebbe messo in guardia i colleghi grillini: “Quelli che adesso stiamo nobilitando con il nome di costruttori restano pur sempre trasformisti imprevedibili. Resisterebbero al massimo per due mesi, e noi non possiamo tirare a campare”.

La partita si prospetta lunga e non mancheranno i colpi di scena. Lunedì, a Montecitorio, si disputerà un primo tempo decisivo per i suoi effetti sugli equilibri di Palazzo Madama, anche se il match decisivo è proprio quello che si terrà nel secondo tempo al Senato. Qui, infatti, il protagonista sarà Renzi, ma non va sottovalutato l’altro Matteo, Salvini, che potrebbe arruolare dei senatori grillini tra le fila della Lega. Il Colle, intanto, si prepara a ogni evenienza. Anche quella del voto anticipato.