Fonte:Liberoquotidiano 20 marzo 2021

Non è un bel sabato mattina per Mario Draghi. A poche ore dalla sua prima conferenza stampa ufficiale da premier, dopo il tumultuoso Consiglio dei ministri che ha licenziato il Dl Sostegni, dal Pd iniziano a bombardare Palazzo Chigi e l’alleato di maggioranza “per caso” (e molto scomodo) Matteo Salvini. Il neo-segretario dem Enrico Letta, dopo aver passato una settimana da quando è salito sulla plancia di comando del Nazareno a picchiare duro sulla Lega sul tema immigrazione, ora decide di alzare il tiro con un rovinoso post pubblicato su Twitter: “Molto bene. Il Decreto Sostegni interviene su salute, scuola, turismo, cultura e aiuta lavoratori e imprese. Bene Draghi. Bene i Ministri – scrive Letta -. Male, molto male che un segretario di partito tenga in ostaggio per un pomeriggio il cdm (senza peraltro risultati). Pessimo inizio Salvini“.

Una provocazione politica clamorosa, su un tema caldissimo come quello del condono fiscale che ha visto il Pd e, in parte, Draghi, contrapposti alla Lega, a Forza Italia e pure al Movimento 5 Stelle. Il secondo blocco premeva per una estensione della platea dei beneficiati, sia come franchigia sia come anni di cartelle esattoriali da “graziare”, mentre il primo ha fatto muro. La partita è stata molto dura ed entrambi gli schieramenti interni al governo cantano vittoria. Quel che conta, però, è che la maggioranza sembra già uscita con i nervi a pezzi dal primo vero banco di prova di questo bizzarro esperimento di unità nazionale imposto, di fatto, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Pierluigi Castagnetti, ex leader della Margherita, uno dei fondatori del Pd e molto vicino proprio al Colle, sempre su Twitter versa altra benzina sul fuoco delle polemiche: “Vedere Matteo Salvini ieri uscire dal Ministero dello Sviluppo e vantarsi di essere stato a dare la linea a quel ministro ‘della Lega’ (Giancarlo Giorgettindr) è stata pessima immagine. Luigi Sturzo diceva che i partiti non varcano mai la soglia delle istituzioni. Non solo per ragioni estetiche ma etiche”. Se si scomoda la Dc per mazzolare la Lega, allora Draghi può iniziare a tirare su il bavero della giacca: siamo a metà marzo, ma dalle parti di Palazzo Chigi inizia già a tirare una gelida aria di burrasca.

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