Fonte:IlTempo 13 aprile 2021

Tra Matteo Salvini e Roberto Speranza non è mai sbocciato l’amore. Anzi. Il leader della Lega durante la presentazione presso il Palazzo dei Gruppi della Camera del libro ‘Salute o libertà: un dilemma storico–filosofico’ di Corrado Ocone è tornato ad attaccare il ministro della Salute, puntando il dito contro il libro, dal titolo “Perché guariremo” scritto in piena pandemia e mai uscito sul mercato visto il nuovo aumento dei contagi ad ottobre. “Ahimè c’è un libro – spiega Salvini – che non ha avuto la diffusione che meritava, parlo del libro del ministro Speranza di cui abbiamo solo la copertina. Faccio promozione perché sembra sia quotato sui 500 euro sul mercato nero… Doveva uscire il 22 ottobre, poi il 26 ottobre il governo di cui faceva parte il ministro ha chiuso tutto. Però lui quattro giorni prima di chiudere tutto era pronto ad andare in libreria spiegandoci che stavamo guarend. Non so se altri ministri della Salute abbiano avuto lo stesso tempo libero, la stessa sfortuna. Penso che scrivere che la pandemia è occasione storica per la sinistra sia di una volgarità e arroganza che non meritano commenti. Spero possa tornare in libreria per permettere agli italiani di leggere cosa ipotizzava in piena pandemia”.

Poi il leader del Carroccio parla della permanenza della Lega al Governo: “Siamo al governo per rimanerci, ma non per il gusto di stare al governo. Stiamo lavorando ad una estate da boom economico, da anni ’50. Che sia l’inizio di un risarcimento, di una ripartenza non solo economica, ma anche sociale e mentale. Siamo lì finché c’è bisogno che stiamo lì, non entriamo e usciamo, non siamo in metropolitana – sottolinea Salvini – anche se magari qualcuno aspetta solo questo per tornare a un bel governo di sinistra…”.

L’affondo finale è sul tema vaccini e quello della scuola: “Abbiamo vissuto un anno drammatico. La cosa che non posso più tollerare da cittadino italiano è la perdita di tempo, la vaghezza in tema di vaccini. Con tutti gli sforzi del mondo che gli insegnanti hanno fatto la didattica a distanza non è scuola, non è didattica. In molti casi i ragazzi hanno perso non solo nozioni ma anche socialità, e quella non gliela restituisce nessuno”.

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