Fonte:Liberoquotidiano 28 marzo 2021 di Roberto Formigoni

Sono abituati a bacchettare tutti, a tutti fanno la morale, a tutti si sentono superiori e ritengono che senza di loro l’umanità non si salverebbe… Sono quelli che «la sinistra è antropologicamente ed eticamente migliore della destra e del centrodestra», perché la sinistra è egualitaria, antirazzista, rispetta le donne, ama i poveri e pratica sempre l’onestà-ta-ta-ta-tà. Poi però, dopo l’ideologia e la propaganda, emerge la realtà, e la realtà li inchioda. Oggi vediamo una piccola antologia di questi esemplari di sinistra così perfettini e inappuntabili (a parole).

Cominciamo dalla signora Laura Boldrini, parlamentare del Pd. La prima testimone a suo carico è l’ex-colf, una signora moldava che ha lavorato per la Boldrini per otto anni e, dieci mesi dopo la rottura del rapporto di lavoro, sta ancora aspettando la liquidazione di 3mila euro. Non solo l’illustre difensora dei diritti delle donne e delle lavoratrici non ha ancora pagato la liquidazione, ma è pure scomparsa, tanto che l’ex-colf ha dovuto rivolgersi a un patronato Caf per avere un avvocato e fare causa alla Boldrini. La seconda testimone dà ancora più luce alla vera natura della parlamentare Pd. Ha testualmente dichiarato: «Ho tre figli, partivo il martedì alle 4,30 da Lodi per Roma, lavoravo 12 ore al giorno per tre giorni, il resto lavoravo da casa in smartworking, per una paga complessiva di 1.200 al mese, da cui dovevo sottrarre le spese per l’alloggio e i treni. Quando uno dei miei figli si è ammalato e doveva essere operato, ho chiesto di lavorare sempre in smartworking anche per non prendere il treno diventato costosissimo, ma la Boldrini mi ha risposto che durante il lockdown avevo risparmiato. E mi venivano chieste anche prestazioni che esulano dalla mia qualifica di assistente parlamentare, cioè pagata dalla politica, come prenotare il parrucchiere o andare a ritirare le giacche dal sarto». Pensate se queste imprese fossero state compiute da una semplice consigliera di Forza Italia o della Lega, avremmo visto l’esecrazione generale scorrere a fiumi!

IL PENTASTELLATO
E veniamo al secondo eroe, il senatore Nicola Morra, 5Stelle, nientepopòdimeno che presidente della Commissione antimafia: una settimana fa si sarebbe presentato all’Azienda sanitaria di Cosenza aggredendo verbalmente il direttore Mario Marino e i suoi collaboratori, definendoli «incapaci» perché due suoi parenti, che non ne avevano diritto, non erano ancora stati vaccinati. Il Morra si faceva accompagnare da due uomini di scorta, militari, che lui pudicamente chiama «le mie tutele» in ossequio al suo antimilitarismo, e intimava loro di chiedere i documenti a tutti, pur non essendone autorizzato. E ancora un “forzato” del video, il simpaticone Andrea Scanzi, prezzemolino in tutte le trasmissioni anticasta, antipolitiche e pentastellate, ovviamente con lauto compenso (ha un contratto con Cartabianca alla Rai), che ha saltato la fila a meno di 50 anni facendosi vaccinare come caregiver, ovvero come uno che si occuperebbe di persone fragili, mentre solo pochi mesi fa definiva il coronavirus «un semplice raffreddore».

La procura di Arezzo ha aperto un fascicolo su di lui, anche perché, contrariamente alle sue affermazioni, i suoi genitori starebbero bene e lui non è iscritto a nessuna lista di riserva. Un altro eroe dell’onestà-ta-ta-ta-tà di questa settimana è il pentastellato on. Angelo Tofalo, che da oltre un mese occupa abusivamente l’appartamento che gli era stato assegnato quando era sottosegretario, che però va liberato il giorno successivo la decadenza. Tofalo sta ripetendo le gesta della sua collega pentastellata Elisabetta Trenta che pure, da ministra decaduta, continuava ad occupare l’appartamento che più non le competeva.

IL FUSTIGATORE
E in questo elenco, ovviamente, non può mancare il mito della purezza e della correttezza politica, il fustigatore incorruttibile delle nefandezze altrui, l’eroe nazionale del “pulito che più pulito non si può”, anche lui ovviamente onnipresente sulla 7 e sulla Rai, lui, il Marco nazionale, Travaglio nostro, direttore del Fatto. Per insultare il direttore de Il Giornale Sallusti non ha trovato di meglio che paragonarlo a un «bambino ritardato». Grazie Marco, grazie amiche e amici della sinistra radicalchic, perché con i vostri comportamenti, che si commentano da sé, ci ricordate che l’ipocrisia della sinistra e del populismo esistono sempre, essi vivono e lottano in mezzo a noi.

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