Superbonus, Oxford stronca Conte: “La peggior legge degli ultimi 10 anni”

Estratto dall’articolo di Ignazio Stagno per LiberoQuotidiano

«La peggiore misura di politica fiscale adottata in Italia negli ultimi dieci anni». L’osservatorio dell’Oxford Economics, leader nelle previsioni economiche globali e nelle analisi econometriche, non usa giri di parole e smonta in modo chiaro il Superbonus che sta mettendo a rischio le casse dello Stato. In un report pubblicato recentemente, il giudizio sull’incentivo per il settore edilizio varato da Giuseppe Conte non è tenero: «Inizialmente questa tipologia di bonus sono stati implementati come misura anticiclica dopo la pandemia ma sono continuati durante un periodo in cui l’economia è cresciuta in modo piuttosto forte», si legge nel dossier.

FUTURO FOSCO
Poi l’analisi di Oxford Economics spiega cosa accadrà in un futuro nemmeno troppo lontano: «Si prevede che il moltiplicatore fiscale di queste misure sarà piuttosto contenuto, mentre l’impatto sulla produzione potenziale sarà prossimo allo zero. Inoltre, il piano si è rivelato molto più costoso rispetto alle stime iniziali e i suoi effetti sul debito pubblico si faranno sentire nei prossimi anni». E qui arriva una proiezione da brividi: il debito pubblico italiano si porterà dietro circa 200 miliardi di euro per gli sgravi fiscali che «si tradurranno in maggiori esigenze di finanziamento» pari al 2 per cento del Pil nel periodo tra il 2024 e il 2026. E Nicola Nobile, Chief Italy Economist di Oxford Economics, ci spiega quali saranno i prossimi scenari di cassa: «Le principali conseguenze sono in relazione all’andamento del debito pubblico. Nei numeri del deficit infatti i crediti edilizi, tra cui il superbonus, non appaiono come un problema. Ma per come viene contabilizzato la vera questione rimane quale è l’impatto di queste misure sul debito. E in questo quadro il debito non scenderà nei prossimi anni». Dalla metà del 2021 fino a marzo di quest’anno, il Superbonus, va ricordato, è costato al governo 122 miliardi di euro, ovvero il 5,8% del Pil del 2023.

I MERCATI
Il report di Oxford Economics accende un faro anche sui mercati: «Rimangono calmi, dal momento che l’economia italiana ha mostrato una certa resilienza con una performance dopo la pandemia leggermente migliore della media dell’Eurozona. A nostro avviso, tuttavia, esiste il rischio evidente che i mercati finanziari non abbiano ancora colto l’impatto negativo che tali misure avranno sulle future dinamiche del debito». Insomma il «disastro» firmato Conte non lascia ben sperare. E le parole usate dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non sono affatto confortanti: «Il quadro tendenziale, aggiornato rispetto alle dinamiche delle nuove previsioni di politica economica e all’impatto, ahimè devastante, del Superbonus e simili, fa sì che, a parte il consolidato indebitamento netto del 7,2% del 2023, le previsioni ci dicono 4,3 per il 2024, 3,7 per il 2025, 3 nel 2026 e 2,2 nel 2027». Insomma ci porteremo questo fardello dell’uomo in pochette ancora a lungo. «Quando questa enorme massa dei 219 miliardi di crediti edilizi scenderanno in forma di compensazione, quindi di minori versamenti nei prossimi anni e, quindi, diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico, anche ai fini contabili, oltre a essere già oggi, di fatto, questo in termini di impegni assunti dai cittadini italiani», ha ricordato Giorgetti. E da Fdi arriva la stoccata del capogruppo alla Camera, Tommaso Foti: «Qualcuno avvisi Conte. Anche autorevoli enti internazionali intervengono per stroncare la misura tanto cara alle sinistre di Pd e M5s, protagoniste del fu “campo largo”. Chissà la cricca a Cinque Stelle quali argomentazioni troverà per difendere ancora l’indifendibile: da “Provaci ancora, Sam” a “Provaci ancora, Giuseppe”». Intanto, anche i dati Enea annunciano tempesta: solo nei primi 3 mesi del 2024, il totale delle detrazioni maturate per lavori conclusi si attesta ad oltre 22,5 miliardi di euro contro i 6,3 miliardi dei primi 3 mesi del 2022 e i 12,5 miliardi del primo trimestre 2023. Giuseppi, in cerca di consensi per le Europee, farebbe bene a leggere il report di Oxford Economics. Le casse dello Stato non sono il Monopoli dove le casette rosse e verdi si costruiscono con i soldi finti di carta. Al governo non resta che metterci una pezza e bloccare l’emorragia.

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