“Tutti in tenda a spese nostre”: Alessandro Sallusti, la scomoda verità sugli studenti accampati

Studenti in tenda protesta

Studenti in tenda protesta

Estratto da LiberoQuotidiano 13 maggio 2023

La protesta degli studenti sul caro alloggi è civile e composta, nulla da dire quindi sulla sua legittimità a differenza di quella degli eco fascisti che imbrattano monumenti e bloccano il traffico con i loro sit in. Però da qui a dire che questo è un paese ingrato con i giovani che vogliono studiare ce ne passa. Se l’Italia ha oggi solo il 27 per cento di trentenni laureati – in Europa siamo penultimi in classifica davanti solo dalla Romania – il problema non è certo edilizio. Tanto è vero che siamo viceversa al vertice della classifica degli abbandoni scolastici durante il ciclo dell’obbligo, ben due punti percentuali sopra la media europea che è del dieci per cento, durante il quale si presume che lo studente viva a casa sua.

Questo accade nonostante uno sforzo economico notevole che non può essere sottaciuto, il seguente: un ragazzo in una università pubblica costa allo Stato diecimila euro l’annoma la media delle rette incassate – tra agevolazioni e esenzioni parziali – è di soli duemila il che significa che i restanti ottomila vengono coperti dalla fiscalità pubblica, cioè da tutti noi e a tirare le somme vengono i brividi perché parliamo di una cifra che sfiora i sei miliardi l’anno. Insomma, anche un giovane lavoratore contribuisce a pagare l’amico che ha scelto di studiare più di lui, il che sarebbe bello e nobile se il ministero non ci informasse che la metà degli iscritti all’università – un milione e ottocentomila ragazzi – finisce fuori corso, cioè non si laurea nei tempi previsti, e che il 60 per cento di loro non arriverà mai a conseguire il titolo universitario. Di fronte a questi dati sconfortanti capite bene che il problema dell’alloggio, che in alcuni limitati casi è un problema, diventa secondario.

Se ottocentomila ragazzi non ce la fanno a stare nei tempi e se quattrocento non ce la fanno per nulla il problema ancora prima che sociale è economico: quanti soldi buttiamo ogni anno per mantenere in parcheggio chi non ha la voglia o il talento di restituire alla società tanta attenzione e solidarietà? È evidente che qualche cosa non funziona ma vediamo di non sbagliare la mira nello sparare sentenze demagogiche come quelle di questi giorni contro i padroni di case.

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