Fonte:IlGiornale 9 Novembre 2021 di Felice Manti

Toccava al ministro attuare il piano pandemico e chiudere Alzano e Nembro

Ogni giorno il puzzle sulle cause della pandemia in Italia si completa sempre di più. Ieri sera la trasmissione Report su Raitre ha messo una pietra tombale sul ministero della Sanità, «scagionando» in parte Regione Lombardia per la mancata chiusura di Alzano e Nembro, che secondo i pm di Bergamo che indagano per epidemia colposa è costata migliaia di morti. Fu il direttore della sanità lombarda Luigi Cajazzo a scrivere all’Oms chiedendo la zona rossa il 7 marzo 2020. Una parziale riabilitazione per la Regione guidata da Attilio Fontana e per lo stesso Cajazzo, indagato per aver riaperto il Pronto Soccorso dell’ospedale di Alzano dopo i primi contagi, ordine che Cajazzo però dice di non aver mai dato.

Ma c’è un secondo tassello: ricade sotto la piena responsabilità del ministro della Salute Roberto Speranza la mancata attuazione del piano pandemico, che obbligando Stato e Regioni – tra l’altro – a dotarsi per tempo e a conservare mascherine e Dpi avrebbe aiutato a contenere la circolazione del virus dalla Bergamasca al resto d’Europa. A confermarlo un parere legale (finora rimasto chiuso in un cassetto) firmato dal magistrato Nicola Ruggiero, richiesto dal ministero e inviato a Goffredo Zaccardi, da qualche settimana ex capo di gabinetto del ministro Leu, finito nel mirino dei magistrati lombardi che indagano per epidemia colposa perché assieme all’ex dg della Salute Ranieri Guerra, ex numero due dell’Oms, avrebbe contribuito a far sparire un report indipendente che inchiodava il governo alle sue responsabilità e denunciava anche le bugie della Cina sui primi contagi e gli errori della stessa Oms sul tracciamento degli asintomatici. Colpe confermate anche dal video esclusivo in cui si vede un funzionario Oms ammettere che a loro è vietato parlare con i giornalisti. Recentemente, Speranza si è difeso dicendo che quel piano non era attuabile («i nostri tecnici si accorsero che era inadeguato»), ma il parere lo sbugiarda.

Un altro schiaffone a Speranza e all’ex premier Giuseppe Conte arriverà oggi anche dall’aula del Senato. Alcuni parlamentari ex M5s e vicini a Rifondazione comunista e Sinistra Italiana, da Paola Nugnes e Gregorio De Falco a Giovanni Russo Spena e Maurizio Acerbo indosseranno in commissione Sanità le pettorine azzurre dei familiari delle vittime della Bergamasca per chiedere che la commissione d’inchiesta sulla pandemia non venga depotenziata (per colpa di alcuni emendamenti di Pd, M5s e Lega) ma che faccia luce fino in fondo sulle responsabilità politiche e penali, dai respiratori fallati comprati in Cina dalla Fondazione vicina a Massimo D’Alema fino alle mascherine farlocche sdoganate nonostante il marchio CE contraffatto come «dispositivi di comunità», la cui inefficacia potrebbe aver contribuito a diffondere il virus durante il lockdown. «Le istituzioni rappresentano i cittadini ed i rappresentanti politici hanno l’obbligo di rendere conto delle loro azioni a chi ha dato loro fiducia», commenta al Giornale Consuelo Locati, che coordina il pool di legali che ha fatto causa all’esecutivo Conte chiedendo 100 milioni di risarcimento.

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