Fonte:Secoloditalia

Contro la “caccia al maschio” omicida, ricettacolo di tutti i mali. Contro la balla del patriarcato, che deresponsabilizza Filippo Turetta. Giuseppe Cruciani fin dalla notizia drammatica dell’uccisione di Giulia Cecchettin ha espresso giudizi controcorrente in tutti contesti in cui si è trovato a partecipare. Non ha peli sulla lingua il conduttore de La Zanzara su Radio24. E non ritiene di doversi scusare come uomo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. «Io non mi sento colpevole», dice in un’intervista a Libero.  «E’ incredibilmente iniziato il processo al maschio omicida, stupratore, violento. È una gigantesca bufala e un’offesa alla vittima. Perché in questo modo si sposta l’attenzione dall’unico colpevole, che è Filippo Turetta». Ragionare così determina una sorta di «depotenziamento della responsabilità del singolo. Figlio della “cultura patriarcale”. Ma quale? Finiamola di dire cazzate».

L’opinionista afferma che il fenomeno culturale «esiste. Ma in quei paesi islamici, africani, dove l’uomo esercita nei confronti della donna una superiorità evidente. E i cui gesti e le violenze vengono giustificati dalla religione. Ma non è il caso di paesi occidentali come il nostro». E rievoca la storia del cittadino bengalese accusato di aver picchiato la moglie. Finito con una ben triste assoluzione perché «il fatto non sussiste». Dovremmo occuparci di ben altro, dice Cruciani ad Hoara Borselli.  «Noi dobbiamo assicurare agli assassini un carcere a vita a mio parere. Senza permessi premi o uscite perché grassi e fumatori dopo aver ammazzato con 35 coltellate una ragazza». Questo sì che sarebbe un oltraggio a Giulia Cecchettin. Quanto alla polemica sulle parole di Elena Cecchettin sulla “violenza di Stato”, risponde:  «Le ho trovate assurde. Nel rispetto della tragedia, le reputo parole senza senso. Che derivano da un mondo immaginario che non esiste. Non ho insultato lei.  Alla sua frase che tutti gli uomini devono sentirsi colpevoli per la tragedia della sorella, ho risposto così: “Io non mi sento colpevole”».

Cruciani: protestano per il maschio cattivo ma non contro Hamas

Possiamo dire che si è tornati a parlare di “maschi” e “femmine”, lancia l’imput Libero. «Fino a qualche giorno fa era quasi un’offesa sottolineare il genere- sottolinea Cruciani. Gli stessi che fino a ieri ci dicevano di non fare il distinguo maschio-femmina, sono quelli che oggi sottolineano questa differenza. Il maschio cattivo e la donna vittima». Non senza sottolineare un’altra ipocrisia: «Gli stessi che protestano per il maschio cattivo sono gli stessi che poi non protestano contro le vere sopraffazioni della donna che avvengono nelle società islamiche, nelle società dominate da Hamas, nelle società dominate dai Mullah iraniani, nelle società africane dove il ruolo della donna è totalmente marginale se non addirittura al servigio dell’uomo”.

“Qualche genio ha dato la colpa alla Meloni. Si nascondessero”

Infine Cruciani tuona contro lo “sciacallaggio” politico che si è fatto della tragedia di Giulia Cecchettin. Si è arrivati a criminalizzare il governo per questa deriva culturale. «Abbiamo sentito di tutto – dice Cruciani-  in un crescendo rossiniano di baggianate, supercazzole e banalità assortite: colpa dello Stato, colpa del patriarcato, colpa della cultura dello stupro, poi anche colpa delle canzoni trap (…). Per finire col dare qualche responsabilità pure alla Meloni, che secondo qualche genio del giornalismo sarebbe il capitano del patriarcato oppressivo in Italia. Sfregiano il corpo di una ragazza e manco se ne rendono conto. Andassero a nascondersi». 

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