Estratto dall’articolo di LiberoQuotidiano

Non è stato merito di Giuseppe Conte. Nel luglio dei 2020 per stabilire le quote dei 750 miliardi di euro del Recovery Fund da assegnare ai singoli Paesi dell’Unione europea, non ci fu alcuna trattativa dell’allora premier, ma un algoritmo. A sostenerlo è Paolo Gentiloni che spiega in un passaggio del suo ultimo libro in una intervista pubblicata da Il Corriere della Sera che a decidere la distribuzione del fondo, 200 miliardi di euro, fu una formula digitale messa a punto da due alti funzionari della Commissione che si basava sul numero di vittime da Cavid e sui danni provocati dalla pandemia alla economia.
Insomma, il racconto dell’ex premier Conte di aver conquistato “un sacco di soldi” viene completamente smontata. “Parlo delle quote di finanziamento assegnate ai diversi Paesi. Non sono state negoziate dai capi di governo. Sono state ricavate da un algoritmo che è stato tra l’altro ideato e definito da due direttori generali (entrambi olandesi)”, racconta Gentiloni.
“C’è un po’ di retorica italiana sul fatto che abbiamo conquistato un sacco di soldi. Non è vero”, aggiunge il commissario Ue. “L’Italia è il settimo Paese in termini di rapporto tra soldi ricevuti e Pil. Ci sono altri che in termini relativi hanno portato a casa molto di più, dalla Spagna alla Croazia. Sempre grazie all’algoritmo”.

Dichiarazioni che hanno fatto infuriare il Movimento 5 stelle. “Ricordo ancora, e porto nel cuore, le parole di David Sassoli. Un grande italiano, un grande europeo e un grande politico. Mi spiace vedere la sciatteria con cui un Commissario liquida quella stagione, peraltro sproloquiando alla fine del suo mandato e alla vigilia di una competizione europea. Solo per danneggiare un’altra forza politica. Che tristezza”, ha commentato il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.