Fonte:LiberoQuotidiano

«Caro Olaf», su migranti e Ong così non va. All’Italia e in Italia. Lo scontro diplomatico fra Roma e Berlino, con il governo Scholz che ha rivendicato i finanziamenti alle organizzazioni private che sponsorizzano l’accoglienza indiscriminata (rigorosamente dentro i confini italiani), è diventata una questione da «chiarire» e risolvere ai massimi livelli. Dopo il botta e risposta fra ministri, a prendere carta e penna – rivolgendosi direttamente al Cancelliere – è stata Giorgia Meloni. La tesi? Continuando a sostenere le Ong non si fa altro che incoraggiare le partenze e, di conseguenza, il rischio di nuove tragedie in mare. La soluzione? Lavorare insieme – sulla falsariga di ciò che ha assicurato anche Macron – ad un approccio «strutturale».

«Caro Olaf», esordisce così Meloni nella missiva, «come sai il Governo italiano è impegnato in prima linea nel fare fronte ad una pressione migratoria eccezionale». Un impegno focalizzato a sostenere sia «il fronte interno» che quello internazionale: dove la presidente del Consiglio – «da ultimo a New York» – ha posto la questione ai partner e «moltiplicato i contatti» con i Paesi di origine e transito dei migranti. In questo contesto «particolarmente importanti» sono stati la visita di Ursula von der Leyen a Lampedusa «e i progressi concreti nell’attuazione del memorandum Ue-Tunisia».

NAVI “UMANITARIE”
Davanti a una mole del genere che cosa è avvenuto? Che l’Italia ha dovuto subire, proprio dalla Germania, prima lo stop all’ammissione dei richiedenti asilo e poi la “beffa” del finanziamento alle navi delle Ong: un atto, come ha affermato il ministro della Difesa Crosetto, «che mette in difficoltà un Paese che in teoria sarebbe “amico”». La replica di Berlino? Non solo «stupore» per la protesta italiana ma rilancio delle missioni «di salvataggio civile in mare» così come «dei progetti a terra per le persone salvate». E quando si dice “terra” significa, anche qui, Italia. La controreplica di Meloni è punto su punto. Verte, di rimando, sullo «stupore» di aver appreso che il governo Scholz «in modo non coordinato con il Governo italiano» ha deciso di sostenere «con fondi rilevanti» Ong impegnate nell’accoglienza degli irregolari sul territorio italiano (Sant’Egidio) e in salvataggi nel Mediterraneo (Sos Humanity).

Entrambe le possibilità «suscitano interrogativi» alla premier: «Innanzitutto», questa la prima stoccata, «per quanto riguarda l’importante e oneroso capitolo dell’assistenza a terra, è lecito domandarsi se essa non meriti di essere facilitata in particolare sul territorio tedesco piuttosto che in Italia». In secondo luogo, per la premier è «ampiamente noto» che la presenza in mare delle Ong rappresenta un innegabile pull factor: «Ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze che risulta non solo un ulteriore aggravio per l’Italia, ma allo stesso tempo incrementa il rischio di nuove tragedie in mare». Di qui la proposta “costruttiva” di Meloni. Gli sforzi dei partner Ue nei confronti dell’Italia si concentrino «piuttosto nel costruire soluzioni strutturali al fenomeno migratorio», ad esempio lavorando ad un’iniziativa con i Paesi di transito della sponda Sud, che peraltro necessiterebbe di risorse inferiori rispetto a quella da tempo in essere con la Turchia (volute proprio dalla Germania, ndr)».

CHIARIMENTO
Da Berlino, in serata, è giunta la conferma della ricezione della lettera: «Riceverà una risposta». Nessun commento ulteriore sulla vicenda se non il riferimento a ciò che è stato spiegato dal ministero degli Esteri tedesco, ossia che si è trattato di una decisione del Bundestag di cui «i nostri partner italiani ne erano già stati informati». La questione, per l’Italia, non si esaurirà comunque con la protesta formale: non solo Meloni, infatti, è «certa della collaborazione» di Scholz ma la premier ha dato appuntamento al Cancelliere per un chiarimento «sugli esatti contorni» delle iniziative del suo governo. C’è già una data: il Consiglio Ue di Granada i prossimi 5 e 6 ottobre.

 

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