Estratto dall’articolo di Rita Cavallaro per IlTempo

Gelati, moto e gentilezza. Sono queste le voci del tariffario dei fratelli Pd Alfonso e Enzo Pisicchio, arrestati a Bari per corruzione elettorale in un sistema di appalti in Regione e Comune e mazzette, che avrebbe permesso ai capi di Iniziativa democratica, il partito a sostegno del governatore Michele Emiliano, di creare fondi neri. Tanti soldi che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati destinati agli eventi elettorali a sostegno dell’ex assessore regionale Alfonso. Tanto che suo fratello Enzo, dipendente di Leonardo, assicurava in merito a un evento cui avrebbe partecipato Emiliano e che sarebbe stato offerto da una delle aziende implicate nella frode, ma poi annullato: «Se non facciamo questo passaggio elettorale siamo fuori». Un meccanismo, tra fatturazioni false e contanti, che ha trovato conferma anche dalle perquisizioni. A casa di Enzo, nascosti in un sacchetto della spazzatura stipato sul balcone esterno della cucina, la Guardia di finanza ha trovato 65mila euro in contanti, in pezzi da 50 e 100.

Denaro che sarebbe parte dei 156mila euro recapitati, anche con consulenze fittizie, ai fratelli Pisicchio dalle aziende riconducibili a Giovanni Riefoli, l’imprenditore destinatario dell’appalto truccato da quasi 6 milioni di euro al Comune di Bari, guidato da Antonio Decaro, per l’affidamento della riscossione della Tarsu-Tares-Tari. L’elenco delle utilità dei due dem è lungo: altri 18mila euro dalla falsa assunzione della figlia di Enzo, 17mila in mobili e poi iPhone e perfino una Fiat 500. Senza disdegnare mai pacchetti di assunzioni: per un appalto alla Regione da 3,1 milioni di euro per la digitalizzazione degli impianti ottenuto dall’imprenditore veneto Diego De Fecondo, tramite polizze false prodotte dagli indagati, i Pisicchio avrebbero chiesto di contrattualizzare ben 36 persone di loro interesse. «Ho un messaggio … te lo posso dire così ti puoi già preoccupare, fra tutti quelli che hai conosciuto a Bari. .. qual è quello a cui devi offrire un gelato? … un gelato, virgola, e ha detto “glielo devi dare!”. Ecco, questo è il messaggio, chiuse virgolette. Vedi te!», diceva l’avvocato Paolo Scarpa referente di De Fecondo.

Quel gelato significava «assunzione», la contropartita dei Pisicchio nell’agevolazione delle commesse milionarie in Regione. Lo stesso «falsario» Cosimo Napoletano, in un incontro del settembre 2019, ottemperando alle indicazioni impartite il giorno prima da Enzo, aveva riferito all’avvocato: «Una gentilezza per quel signore che ha fatto tutto… e il cristiano che ha fatto davvero… non ha chiesto un centesimo… un favore che dovremmo fare… dare qualche assunzione… sono trentasei unità». Per chiedere notizie dell’arrivo dei soldi il codice era: «Fammi sapere quando pagano la moto». Un meccanismo di appalti truccati in cambio di utilità e pacchetti di voti che, secondo gli inquirenti, i fratelli Pisicchio avrebbero messo in atto per l’azienda Bv-Tech su più fronti: Aeroporti di Puglia, Acquedotto Pugliese e InnovaPuglia. E sempre grazie ai rapporti di Enzo e al ruolo di Alfonso, all’epoca assessore e ancora oggi fedelissimo di Emiliano. Così come sono intervenuti per la gara al Comune di Bari. Dove Enzo Pisicchio pare di casa, visto che era solito fare favori mandando elettori all’ufficio Tributi. «Vai… quello è amico nostro, Iacobone… l’assessore è D’Adamo… Alessandro.. sempre dell’omino bianco».

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