Estratto dall’articolo di Gabriele Alberti per Secoloditalia

Roberto Saviano non rinuncia al suo narcisismo e interpone se stesso tra la morte del super boss mafioso morto, Messina Denaro, e i riflettori puntati sulla fine di un’epoca mafiosa. Il protagonismo insopprimibile dello scrittore lo ha portato a scrivere un tweet accusando gli italiani di essere tutti mafiosi. «Matteo Messina Denaro (1962-2023), assassino. Il boss è morto, l’Italia continua a essere un paese a vocazione mafiosa». Dare dei malavitosi a 60 milioni di italiani è troppo, l’unico motivo plausibile per un affermazione del genere può essere soltanto la bulimia di notorietà. La voglia di “esserci” in un giorno in cui tutti i riflettori sono puntati  su Messina Denaro e mafia.

Saviano fa il protagonista anche quando muore Messina Denaro

Il narcisismo di Saviano è notorio. I suoi libri hanno veicolato un “modello Gomorra” – con annesse serie tv-  stigmatizzato in negativo in primis da don Patriciello, fino a Nando Dalla Chiesa per l’effetto devastante con cui ha inciso nel costume e nei comportamenti. Eppure, spudoratamente, lancia un’accusa di “mafiosità” generalizzata. Don Patriciello glielo scrisse in una lettera aperta subito dopo i fatti di Caivano: “Non è l’ora delle analisi facili”. Eppure, l’insulto contro l’intero popolo italiano è risuonato comunque. Non a caso si è scagliata contro di lui Rita Dalla Chiesa. L’affermazione di Roberto Saviano “non è accettabile. Saviano deve imparare a misurare le parole, deve imparare a far funzionare il cervello; deve imparare a non voler essere per forza sempre sui giornali o sui social. Il signor Saviano deve imparare ancora tante cose. Quello che ha detto è una cosa vergognosa. Noi non siamo un Paese mafioso. Noi siamo un Paese che ama la legalità, che vuole vivere nella legalità. Che lotta per la legalità. Lottasse anche lui per la legalità. Non basta andare in televisione a presentare libri“.

Rita Dalla Chiesa: “Fai funzionare il cervello”

Non si poteva dire di meglio contro quest’ennesima uscita ad effetto dello scrittore. Anche da altri lidi politici si sono levate voci furibonde. Lo Stato ha assestato duri colpi alla mafia e continuano a farlo coraggiosi carabinieri, finanzieri, poliziotti. Ed anche gente comune che non si arrende: insegnanti e i parroci che operano in luoghi difficili. Sappia, Saviano che l’Italia non è un Paese a vocazione mafiosa. Anche il popolo del web lo assale sentendosi offeso dalle sue parole.  “La maggioranza degli italiani è perbene”, strillano gli utenti di X.  C’è chi lo mette spalle al muro: «Quanto guadagna in libri ed audiolibri da un Paese a vocazione mafiosa? Perché se fanno schifo le persone dovrebbe fare schifo il guadagno che arriva dalle stesse persone!». Le reazioni al tweet di Saviano sarebbero tutte da riportare per farne una piccola antologia. Ma basta probabilmente uno per tutti: “Saviano, farebbe bene a cancellarlo quel tweet”… Figuriamoci.

 

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