Estratto dall’articolo di  Luca Maurelli per il Secoloditalia.it

Dunque, l’assioma di “Repubblica” è questo: siccome Fratelli d’Italia guadagna voti ed è il primo partito italiano con percentuali superiori alle ultime elezioni Politiche, ma non tocca il record storico del 30% stabilito, nei sondaggi, nel febbraio scorso, il partito di Giorgia Meloni sarebbe ai “minimi storici”, come titola oggi il quotidiano romano.

Surreale, se non fosse che non è solo una questione di faziosità, perfino sui numeri, visto che anche in quella zona franca delle cronache anti-meloniane almeno i numeri non dovrebbero essere un’opinione: c’è anche una questione di sondaggi ufficiali e documentati che non coincidono, guarda caso, con quelli di giornali meno schierati a sinistra, come “Il Corriere della Sera“, che oggi indicano, anche nei titoli, un ulteriore balzo in avanti di FdI, di un punto e fino a toccare il 28,5%. Anche su Open, il giornale di Enrico Mentana, parla di una forte crescita di consensi per FdI, e non di crolli “storici” come fa “Repubblica“.
Ma domani si vota in Basilicata, e questa è la stampa, bellezza. E tra due mesi in Europa, altra coincidenza.

I sondaggi del “Corriere” su FdI e il centrodestra

Dal Def criticato in quanto “bonsai” al Puglia-gate, nelle ultime due settimane, secondo la Ipsos di Nando Pagnoncelli, sul “Corriere“, “l’esecutivo non appare sfiorato da questi episodi: gli indicatori sono stabili, con decrementi non significativi”, scrive oggi. Ma veniamo ai partiti: “Rispetto allo scorso mese, vediamo crescere tre formazioni: Fratelli d’Italia che si colloca al 28,5% con un aumento di un punto percentuale, il Partito democratico, che cresce dello 0,7% e si colloca al 21,2 e Azione con un miglioramento di oltre un punto (1,3%) stimata al 3,8. La crescita del partito della presidente del Consiglio sembra l’effetto della sua visibilità, in particolare a livello internazionale, e delle difficoltà della Lega. Il Pd non sembra colpito dagli scandali che lo hanno coinvolto sia in Puglia che in Piemonte: in questo caso sembra esserci prevalentemente l’effetto mobilitazione…”. E Calenda? “La scommessa sembra premiarlo, ma in misura ancora insufficiente: per ora non supera la soglia di sbarramento del 4% che gli consentirebbe di avere eletti al Parlamento europeo. In lievissimo calo il Movimento 5 Stelle, stimato al 15,9%, che non pare beneficiare della polemica anticorruzione (e anti Pd). Nel centrodestra si conferma il sorpasso di Forza Italia sulla Lega”.

 “fake titoli” di Repubblica

I “Repubblica“, invece, ha altre idee. “Come si osserva da circa un anno, nei sondaggi di Demos. Il più recente, condotto nei giorni scorsi, conferma il calo dei Fratelli d’Italia (FdI) di Giorgia Meloni, che si fermano al 28% e toccano il livello più basso da febbraio 2023. Quando avevano superato il 30%. Un indice che riflette il grado di fiducia nel governo, che, come negli ultimi mesi, si conferma al 44%. Il più basso dai tempi del primo governo guidato da Giuseppe Conte, nel febbraio 2020. Tuttavia, la maggioranza dei cittadini (intervistati da Demos) prevede che il governo durerà a lungo. Fino al termine della legislatura…”. E meno male, va, almeno su questo Repubblica è sincera. Ma poi precisa, sotto al titolo su “FdI ai minimi storici” (e figuriamoci se non fosse ai minimi…).

“La forza (peraltro limitata) dei FdI, quindi, riflette la frammentazione del sistema partitico. Ma, soprattutto, dell’opposizione. Al tempo stesso, spiega la previsione di lunga vita attribuita a questo governo. L’indice di gradimento dei leader riproduce, in larga misura, il consenso verso i partiti. A conferma del fatto che i partiti sono, ormai, “personalizzati” e, dunque, riassunti dalla figura del leader. Davanti a tutti, infatti, è ancora Giorgia Meloni, che attrae la fiducia del 44% dei cittadini…”. Ai minimi, anche qui?

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