Estratto dall’articolo di Lucio Meo per il  Secoloditalia

“Richard, bacioni. E se ti piacciono, apri le tue ville e portateli tutti a casa tua”. Una battuta velenosa, che ha suscitato un boato nella folla riunita a Pontida, dove il segretario della Lega Matteo Salvini, riferendosi all’udienza del processo Open Arms a Palermo del 6 ottobre, quando “guardando in faccia Richard Gere, porterò il sorriso del popolo italiano e del popolo di Pontida”, ha scatenato i suoi contro il popolare attore. Una giornata intensa, quella di Pontida, nella quale l’arrivo di Marine Le Pen e i suoi messaggi di sostegno a Salvini hanno suscitato grandi entusiasmi sul pratone, così come l’arringa del governatore del Veneto, Luca Zaia, quando ha parlato di un “leone che si sta inc…”. Il leader della Lega, però, ha anche mandato messaggi importanti di unità sul fronte del centrodestra, anche al premier: “Nessuno riuscirà a dividermi dalla Meloni”, ha detto.

Pontida, Salvini incassa il sostegno di Marine Le Pen

“Siamo tutti impegnati, voi in Italia e noi in Francia, nella stessa lotta, per le nostre libertà, per i nostri popoli. So amici italiani quanto teniate alle vostre libertà e so quanto teniate alla libertà delle nazioni, questo attaccamento alla libertà che vi caratterizza vi fa onore”, ha spiegato Marine Le Pen, che in vista delle prossime europee, sottolinea come “l’Europa ha bisogno della Lega“.  “Sappiate, amici italiani della Lega, che noi abbiamo bisogno di voi, l’Europa che vogliamo costruire ha bisogno di voi, che l’Europa che noi vogliamo ricostruire ha bisogno della vostra energia, esperienza e determinazione. Questa determinazione incontrerà la nostra per far trionfare la vera Europa e fare del nostro continente una terra su cui i nostri figli saranno felici di vivere” ha aggiunto la Le Pen prima di poche parole in italiano con cui ha salutato i presenti. “Viva l’Italia, viva la Lega, viva il Capitano”.

“È un’alleata ma soprattutto un’amica nei momenti di vittoria e difficoltà, e non abbiamo mai cambiato opinione”, le parole usate da Salvini prima di lasciarle la parola.

Il leader della Lega su migranti ed Europa

“Sul tema caldo dell’immigrazione, nel giorno in cui la Meloni parlava a Lampedusa del piano europeo con la Von der Leyen, Salvini ha chiarito: “Faremo tutto quello che è democraticamente permesso per bloccare un’invasione che rischia di essere disastrosa”. “Ogni mezzo necessario che tecnologia e democrazia ci mettono a disposizione dovrà essere studiato e se serve utilizzato”, ha aggiunto. Critiche sono arrivate anche alla Ue dei burocrati. “Abbiamo un’Europa che va a rovescio e tra banchieri e operai sceglie banchieri, tra artigiani e multinazionali sceglie multinazionali. Sono stufo di finanziare multinazionali che licenziano i lavoratori in Italia”. Poi un attacco a George Soros: “Dobbiamo essere liberi di poter dire che personaggi come Soros che finanziano l’annientamento della civiltà occidentale vanno contrastati con ogni mezzo democratico possibile. Chi finanzia organizzazioni che lavorano per l’annullamento della nostra civiltà non può essere trattato come un imprenditore qualsiasi o come un benefattore”.

Le parole di fiducia nel governo e nella Meloni

“Matteo a Pontida e Giorgia a Lampedusa sono la sintesi di un obiettivo e di un destino comuni. Non riusciranno a dividerci”, ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini dal palco di Pontida. Il concetto in un altro passaggio dell’intervento dal palco, durato oltre 40 minuti, è stato chiarito con “poche parole, perché qualsiasi cosa io dica qualcuno e pronto a cercare l’avverbio che segni la lontananza tra Pontida e Lampedusa”. Con Giorgia Meloni “ovviamente – ha precisato Salvini- abbiamo culture diverse, però il centrodestra unito vince nei comuni, nelle regioni, al governo nazionale e deve vincere anche in Europa. Provino a dire che questa splendida Pontida, con questa marea umana sarà un problema per il governo. Io dico che è vero l’esatto contrario: la Lega è garante del fatto che questo governo durerà per tutti e 5 gli anni che gli italiani ci hanno chiesto durasse. Non un minuto di meno”.

 

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