Estratto dall’articolo di Francesca Galici per IlGiornale

Giorgia Meloni attacca il Superbonus e le sue conseguente sui conti pubblici: “Se un politico non sa di cosa parla è grave, ma se mente è gravissimo”.

Durante la puntata di questa sera di Dritto e Rovescio, il premier Giorgia Meloni ha affrontato col conduttore, Paolo Debbio, il nodo del Superbonus di eredità grillina. Un vero problema per l’attuale governo, che deve risolvere un buco di bilancio enorme causato da una misura che non era sostenibile e che è stata usata per meri fini elettorali dal Movimento 5 stelle a discapito degli italiani. “Quello che è stato fatto con il Superbonus è un buco di 140 miliardi di euro a fronte di una valutazione molto inferiore e non li ha pagati Giuseppe Conte“, ha spiegato il presidente del Consiglio in carica.

“Superbonus? La più grande truffa…”. Meloni stronca Conte così

Quei soldi, prosegue Meloni, “sono stati pagati da qualsiasi italiano per più di 2000 euro a testa. Anche da chi non ce l’ha una casa, chi prendeva il reddito di cittadinanza, perfino i neonati“. Ovviamente, tutto questo va a incidere sulla manovra di Bilancio che dovrà essere preparata entro fine anno: “Io ora questi soldi li devo togliere da qualche altra parte. Stiamo cercando soluzioni per salvaguardare le aziende con crediti incagliati e ci ritroviamo con un macigno che pesa sulla legge di Bilancio“. In quella misura, come spiega il presidente, c’è stato un fallo di fondo: un raggiro agli italiani quando è stato loro detto che quei soldi, il 100%, sarebbero stati dati in modo gratuito. “Se un politico non sa di cosa parla è grave, ma se mente è gravissimo“, ha aggiunto Meloni con riferimento a Giuseppe Conte e alle sue promesse agli italiani.

“Non c’è nessuna cosa che lo Stato italiano faccia gratuitamente“, ha proseguito il premier e questo per un motivo molto semplice: lo Stato non ha risorse economiche illimitate, nessuno le ha. Pertanto, se i soldi vengono dirottati da una parte devono essere tolti da un’altra. E considerando che in Italia la coperta è più corta rispetto ad altri Paesi, è evidente che quel fiume di denaro elargito in quel modo, prima o poi avrebbe avuto le sue conseguenze. Ora i nodi sono arrivati al pettine e ci sono arrivati con un governo che non è quello che ha varato quella misura ma che dovrà farsene carico. Le problematiche da risolvere sono tante e complesse e le risorse sono molto poche, difatti la manovra avrà spazio di movimento molto limitato. “Il taglio del cuneo contributivo fino a sette punti per chi ha redditi fino a 25mila euro e sei punti per chi ha redditi fino a 35mila che ha messo nelle tasche di chi aveva un reddito più basso fino a 100 euro di aumento mensile per me è una misura prioritaria“, ha detto il presidente del Consiglio, rivelando i punti prioritari del governo in tema di Bilancio.

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