"Vince la confusione". Il Pd si ribella a Elly Schlein e vota "sì": clamoroso schiaffo in Aula

Estratto da LiberoQuotidiano 1 giugno 2023

Per il Pd “non è accettabile” che vengano usati i fondi del Pnrr per l’acquisto di armi destinate all’Ucraina. A riguardo Elly Schlein è stata chiara. Peccato però che il partito abbia preso un’altra direzione. Non a caso gli europarlamentari dem che avevano incontrato la segretaria in videocall, stando a quanto riferito dal Fatto Quotidiano, si sarebbero trovati spiazzati. Tanto che hanno provato ad arrampicarsi sugli specchi spiegando che il “no al Pnrr per le armi è diretto al governo italiano, non all’Eurocamera”.

Risultato? Il Parlamento europeo ha comunque dato il via libera al mandato negoziale per la proposta di legge Asap per la produzione di armi e munizioni per l’Ucraina. L’ok è arrivato tramite procedura d’urgenza. Su 625 votanti, hanno votato a favore 446, 67 i contrari e 112 gli astenuti. Sono stati così respinti tutti gli emendamenti, compreso quelli avanzati dal Pd e fatti propri dal gruppo S&D con la richiesta di non usare i fondi del Pnrr e della coesione. Ora la commissione Industria avvierà i negoziati con il Consiglio. All’interno del gruppo dei Socialisti & democratici, che più aveva discusso al suo interno specie nella delegazione Pd, per quel che riguarda gli eurodeputati italiani ci sono stati 8 sì, 6 astenuti (Bartolo, Laureti, Moretti, Roberti, Toia, Variati) e un solo no, quello annunciato di Massimiliano Smeriglio.

Nel Pd – tuonano gli eurodeputati Nicola Danti (Italia Viva) vicepresidente del gruppo Renew Europe e Giosi Ferrandino (Azione) – vince la confusione, tre voti differenti al Parlamento Europeo sul sostegno alla produzione Ue di munizioni (Asap) e all’Ucraina. D’altra parte è naturale, quando la stessa segretaria è stata orientata fino all’ultimo per l’astensione e si astiene pure un’eurodeputata componente della segreteria, in ogni caso a Bruxelles la sua mediazione è fallita. Renew Europe ha votato convintamente si, ritenendo questo voto un primo passo verso il sistema di difesa comune europeo”.

 

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