Fonte:Il Giornale 9 Aprile 2022 di Diana Alfieri

Linea dura del centrodestra in vista del vertice con Draghi, che valuta la fiducia. Franco: riassetto della previdenza

Tra i temi fortemente divisivi all’interno della maggioranza che sostiene il governo Draghi non c’è solo il catasto, dossier centrale da prima che la Russia decidesse di invadere l’Ucraina. In chiave interna, infatti, Lega e Forza Italia sono sulle barricate da giorni sulla questione tasse, ma pure sul fronte pensioni. Tanto che nell’introduzione al Def il ministro dell’Economia Franco spiega che il governo deve mantenere l’attenzione sulle riforme strutturali, con particolare riguardo «all’assetto del sistema pensionistico» per il quale – nel pieno rispetto dell’equilibrio dei conti pubblici, della sostenibilità del debito e dell’impianto contributivo del sistema – occorrerà «trovare soluzioni che consentano forme di flessibilità in uscita» e «un rafforzamento della previdenza complementare».

Ma il vero braccio di ferro – sottotraccia perché il governo è alle prese con il ben più delicato tema delle sanzioni contro Mosca – è sull’intesa in materia di fisco. La data del confronto tra i leader del centrodestra di governo – Forza Italia e Lega – e Draghi non è ancora fissata, ma già mercoledì in commissione dovrebbe essere votato il mandato al relatore sulla delega fiscale. E, quindi, o saranno sciolti i nodi dell’infuocato dossier o a rischio sarà la tenuta stessa dell’esecutivo. D’altra parte, dal messaggio inviato giovedì scorso da Palazzo Chigi a Lega e Forza Italia, è già trapelata un’evidente irritazione del premier, costretto a dover ribadire un mantra antico: il governo non aumenta e non aumenterà l’imposizione fiscale. E nello staff dell’ex numero uno della Bce il nuovo affondo di Salvini non è ovviamente passato inosservato. «Mi fa piacere che Draghi a parole dica non voglio aumentare le tasse, ma la Lega e il centrodestra non possono votare un documento dove c’è scritto che potrebbero aumentare», è il messaggio che veicolano da ieri mattina dalla Lega. Una sollecitazione che a Palazzo Chigi prendono con le pinze, ribadendo che sul punto il governo ha «una linea coerente ormai da mesi».

Settimana prossima, Draghi riceverà a Palazzo Chigi Salvini e Tajani, per l’ultimo faccia a faccia sul fisco prima di tirare le fila. La riforma del catasto, unico articolo della delega già votato in commissione Finanze, è intoccabile. E non ci sono margini per rendere vincolanti i pareri consultivi del Parlamento sui decreti attuativi. Dietro le quinte si lavora ad un possibile punto di caduta su un’altra richiesta «imprescindibile» di Lega e Fi, la tutela delle cedolari su «case e risparmi». Ma il terreno è scivoloso e l’incidente è dietro l’angolo. Di qui, l’ipotesi – sempre più concreta – della fiducia, che Forza Italia chiede di mettere da parte. Non c’è alcuna volontà di far cadere il governo ma – spiega Tajani – solo la volontà di «difendere i pilastri della nostra identità». E, quindi, la riunione con il presidente del Consiglio servirà «per trovare una soluzione».

Peraltro, se dopo il polverone sulle spese militari il M5s sta alla finestra, nel Pd è tangibile la preoccupazione per una possibile crisi di governo, tanto che si parla apertamente di «propaganda». «Se c’è qualcuno che sta cercando di far cadere governo va cercato a destra», è il messaggio che arriva dal fronte dem.

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