Estratto dall’articolo di Michele Pezza per il Secoloditalia.it

Il governo non vuole delegittimare le toghe. Men che meno lo vuole Giorgia Meloni («non mi pare che il presidente del Consiglio abbia pronunciato una sola parola contro la magistratura»). Ma è il messaggio che rischia di passare. Per questo Carlo Nordio sente il bisogno di mettere i puntini sulle “i“. E porre così fine al fuoco polemico attizzato dall’opposizione, il cui vero obiettivo è impedire il varo dell’attesa riforma della giustizia. Il Guardasigilli lo fa attraverso un’intervista a Libero, in cui passa in rassegna anche gli ultimi episodi che hanno visto protagonisti, nell’ordine,   la ministra Daniela Santanché, il sottosegretario Andrea Delmastro e il presidente del Senato Ignazio La Russa. Tre casi tra loro diversi, ma che Nordio non vuole decrittare come ritorsione delle toghe contro l’esecutivo.


Nordio intervistato da Libero

«Sono fatti tra loro indipendenti – spiega – e mi rifiuto di pensare a dei magistrati che vogliono interferire nell’azione governativa attraverso azioni giudiziarie». È anche vero tuttavia che pm e giudici non perdono occasione per criticare ogni tentativo adottato da qualsiasi governo di  riformare la giustizia. Ma per Nordio «la colpa è della politica che ha rinunciato al suo ruolo preminente e che si è chinata davanti alle critiche della magistratura». Tornando alla riforma, il ministro ha spiegato che il suo obiettivo principale è rendere coerente il processo penale con l’impianto accusatorio del nostro Codice. Un primo effetto di tale incoerenza lo ha offerto proprio il caso Delmastro, di cui il gip ha chiesto l’imputazione coatta a fronte di una richiesta di archiviazione da parte del pm che ha condotto l’indagine. Una vera incongruenza.

«Non avremo problemi con l’Europa»

È invece già confezionato il ddl che riforma l’avviso di garanzia: presto andrà all’attenzione del Parlamento. Menzione a parte merita l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, che tante polemiche ha sollevato nonostante la quasi totalità dei sindaci (e dei governatori) della sinistra sia favorevole. È un punto al quale Nordio tiene molto. E non è affatto vero che l’Europa sia contraria a questa soluzione. Ne ha già parlato con il commissario europeo per la Giustizia Didier Reynders che, assicura, «si è dichiarato perfettamente soddisfatto delle spiegazioni che ho fornito io. Non avremo problemi con l’Europa». Non c’è invece ancora un’iniziativa del governo in tema di separazione delle carriere dei magistrati. «Esigerebbe una riforma costituzionale, come una riforma netta del Csm», sottolinea Nordio. Per poi concludere: «Questo è però nel programma di governo».

 

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