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Luca Palamara: “È il solito copione, quando non governa la sinistra scattano gli avvisi di garanzia”

Estratto dall’articolo di Giovanni Pasero per il Secoloditalia.it

Il dibattito e le polemiche in corso sul sistema giudiziario italiano, legato ai casi Santanché, Delmastro e La Russa,”è un corto circuito che ciclicamente si verifica allorquando tutto ciò che “non è sinistra” va al governo”. Ne è convinto l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara, intervenendo dalle colonne del quotidiano “L’Identità“.

“C’è un gotha che frena sviluppo e ripresa”

“Tanto per essere più chiari in Italia funziona in questo modo da circa un trentennio. In questa fase, nella quale il centrodestra ha preso le redini del comando, tale anomalia del rapporto tra politica e magistratura ha finito per accentuarsi. Da qui il tentativo di una parte della informazione, saldata con la parte più politicizzata della magistratura, di strumentalizzare singole vicende del processo penale di turno per poi trasformarle in un casus belli di rilevanza politica” aggiunge Palamara.

“In Italia non basta fare quanto promesso in campagna elettorale, quanto scelto dalle persone, rappresentarle e operare per il loro benessere. Bisogna, invece, essere un ingranaggio di una macchina. Dire sì a determinate logiche, apparati. Ecco perché la priorità delle priorità, se davvero si intende immaginare un futuro diverso, è ristabilire la verità contrastando quel “gotha” che continua a frenare ripresa e sviluppo” dice ancora l’ex numero uno dell’Anm. “Lo stesso Pnrr è a rischio a causa di chi utilizza la propria professione non sempre per il bene comune. Tutti possono sbagliare, ma qui parliamo di un nodo da sciogliere, non certamente di un errore da attribuire a pochi” prosegue.

Berlusconi, Renzi, Meloni: lo stesso filo rosso

“Non a caso del sistema è stato vittima prima Silvio Berlusconi, poi Matteo Renzi e adesso la prima donna presidente del Consiglio. Siamo di fronte, purtroppo, al solito copione. Non c’è alcuna differenza di colore. Frenare la ripresa, infatti, vuol dire creare meno posti di lavoro per i giovani e di conseguenza incrementare la fuga dei nostri giovani” si legge ancora sul quotidiano.   “Una sinistra che non riesce a controbattere agli avversari con le proposte, le idee utilizza l’arma della giustizia. I contenuti vengono sostituiti dagli avvisi di garanzia. Sono più rapidi e dolorosi per abbattere l’avversario di turno”. Secondo Palamara il problema è “illusorio tentare di risolverlo con un approccio soft sul tema delle riforme o ancor peggio cercando un lasciapassare da parte della intera magistratura come inizialmente anche questo governo ha pensato di fare”.

Per Palamara qualcosa sta cambiando: i nuovi magistrati si chiamano fuori da certe logiche

“Il doveroso e reciproco rispetto tra le istituzioni dello Stato impone il coraggio delle scelte partendo sempre da una premessa obbligata: mai deve essere messa in discussione l’autonomia e l’indipendenza della magistratura – conclude -.  E a proposito di autonomia e indipendenza il cambiamento della magistratura passa obbligatoriamente dalle nuove generazioni. Qualcosa sta cambiando. Sono tanti quei magistrati che non vogliono essere complici di una contrapposizione tra politica e magistratura dalla quale vogliono chiamarsi fuori. Ne è testimonianza il fatto che a rilasciare interviste contro il Ministro Nordio, il più delle volte al di fuori di ogni galateo istituzionale, sono solo e sempre toghe appartenenti ad una individuata area politica e per lo più magistrati in pensione”.

 

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