Estratto dall’articolo di Michel Dessì per IlGiornale

Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l’altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori “l’altro”. Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Sì, però, ma, forse… la sinistra non si smentisce mai e, ancora una volta, ne da prova in Aula. Da un lato prende le distanze dai brutali terroristi di Hamas ma anche da Israele. Ed è questa la cosa curiosa. La domanda, dunque, sorge spontanea: ma Elly Schlein e Giuseppe Conte con chi stanno? Ah, saperlo. Sicuramente tra i due la segretaria Dem sembra avere un tantino le idee più chiare. “Condanna totale” per Hamas ma allo stesso tempo dice “no alla legge militare del più forte” come se la guerra (perché di guerra stiamo parlando) si vinca lanciando ramoscelli d’ulivo. Dice “no all’antisemitismo inaccettabile dei cori di Milano” ma poi avverte “no a colpire scuole e ospedali” come se fossero stati gli israeliani a bombardare l’ospedale di Gaza. Ma c’è di peggio, tranquilli. E il peggio è Giuseppe Conte che rincorre i pacifisti nella speranza di racimolare qualche voto in più per le europee.

Anche in questo caso il leader del Movimento 5 Stelle ha le idee confuse. Ripete più volte la parola “pace” (come se tutti gli altri fossero a favore della guerra) e invita il governo di Giorgia Meloni a non sposare la linea belligerante. Quella delle armi. E dalla Striscia di Gaza si sposta all’Ucraina e, assecondando gli umori del Paese da vero populista, invita ancora una volta a non mandare aiuti militari a Kiev.

Utilizza l’Aula per fare un comizio tutto pace a amore. Peccato, però, che lo stesso Giuseppe Conte in passato fosse d’accordo con l’invio di armi e munizioni. Fu lui stesso a votare in Aula la risoluzione. “Sin dall’inizio eravamo consapevoli che non ci si può difendere con le mani nude da una tale aggressione. È per questo che abbiamo acconsentito a l’intensificazione del livello di sanzioni e anche all’invio di aiuti militari” diceva Giuseppi salvo, poi, cambiare idea repentinamente, quasi in modo schizofrenico: “Il M5S si oppone all’invio di aiuti militari e anche si oppone a controffensive”.

Dunque, come dovrebbero difendersi le persone offese? Sia gli ucraini ma anche gli israeliani come dovrebbero rispondere agli attacchi? “Con la diplomazia” direbbe l’avvocato. Ma forse non gli è chiaro che con i terroristi è difficile parlare. Speriamo solo abbia sentito la straziante telefonata di una ragazza di 21 anni finita nel mirino di Hamas solo perché ebrea. “Abbà, padre” urla “ci stanno uccidendo…” le parole non sono servite a salvarla.

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