L’ex ministro della Difesa evidenzia il paradosso della svolta pacifista targata Schlein: “Non capisco perché dovremmo indietreggiare da una linea di cui siamo stati protagonisti”.
La segreteria di Elly Schlein, colma di silenzi e omissioni, ha un solo obiettivo noto al grande pubblico: abbandonare l’ala riformista del partito e inseguire la politica urlata penta stellata. Una mossa azzardata, più o meno volontaria, ma finora ben riuscita. Il nuovo Partito democratico schleiniano sta diventando una succursale del Movimento 5stelle. Pacifismo in politica estera, assistenzialismo sfrenato nelle politiche del lavoro e ambientalismo grillino sono diventate le nuove parole d’ordine del Nazareno targato Schlein. Lorenzo Guerini, avanguardia dei dissidenti interni ed ex ministro della Difesa, non accetta questo capovolgimento di fronte e attacca indirettamente la segretaria dem.
Guerini attacca Schlein
La posizione di Elly Schlein, in merito alle spese militari, è inaccettabile. “Non capisco – spiega Guerini – perché dovremmo arretrare”. La segretaria dem nei giorni scorsi aveva espresso più di qualche perplessità sull’aumento delle spese militari e sull’accordo preso in sede Nato. La posizione ambigua del nuovo corso dem, difesa di Kiev sì ma senza aumento delle spese militari, non convince l’ex ministro della Difesa.
Pacifista, laburista e antifascista. Ecco il nuovo Pd targato Schlein
“Dobbiamo continuare così – dice nel suo intervento alla Festa dell’Unità di Lodi – Il Pd ha avuto una posizione chiara a sostegno all’Ucraina e la sta mantenendo”. In merito alle spese militari il paradosso è evidente: “Sulle spese per la difesa le nostra posizione fino ad ora è stata a favore di una crescita compatibile con le possibilità finanziarie del paese. E, voglio ricordare, abbiamo costruito in Parlamento una visione condivisa su questo obiettivo, fissando al 2028 l’orizzonte entro il quale raggiungere il 2 per cento”.
La svolta pacifista dem
Gli obiettivi, concordati in sede Nato, sono chiari. Il nuovo motto pacifista di Elly Schlein è il risultato di una strategia politica netta: appiattire le posizioni dem sulla linea grillina. Anche in politica estera.“Non capisco – attacca Guerini – perché dovremmo indietreggiare da questa linea di cui siamo stati protagonisti”.
Elly ormai senza bussola, insegue Conte anche in politica estera
Il motivo, seppur contraddittorio e incoerente, ha una logica perfetta nella mente del nuovo organigramma dem. Intraprendere una posizione antimilitarista in merito alla guerra in Ucraina è un’azione con un duplice obbiettivo. Il primo, raccogliere il voto dei delusi dem ora nuovi elettori grillini, viaggia insieme al secondo e forse più rilevante scopo: togliere a Giuseppe Conte il ruolo di leader indiscusso della nuova sinistra italiana. Il nuovo “autunno militante” di Schlein passa anche sul duello tutto interno al Nazareno. Da una parte la fazione“militarista”, coerente con gli accordi internazionali. Dall’altra l’ala pacifista guidata da Elly Schlein e soci.