Estratto dall’articolo di Alessandra Danieli per il Secoloditalia

La paura serpeggia, l’imbarazzo è forte. Ce la farà il servizio d’ordine del Pd (se ancora esiste) a tenere a bada i facinorosi pro Palestina pronti a sventolare le bandiere di Hamas? A due giorni dalla manifestazione lanciata da Elly Schlein per la pace, scoppia il caso. Difficile sostenere la formula ‘due popoli due Stati’ quando c’è il rischio che tra le file del corteo arcobaleno o in piazza del Popolo spuntino i vessilli palestinesi.

Le bandiere palestinesi preoccupano la Schlein

La segretaria è preoccupata. E fa bene. Ha allertato gli organizzatori di controllare e prevenire. Il suo braccio destro, Igor Taruffi, responsabile organizzazione del Pd, assicura che il servizio d’ordine è pronto. In pubblico Schlein non lascia dubbi. “Non accoglieremo  bandiere pro Hamas. No assolutamente no. Saremo in piazza solo con bandiere del Pd e della pace”, dice la segretaria  dai microfoni di Radio Capital. “La nostra condanna agli attacchi terroristici di Hamas è stata netta e immediata. Ma chiediamo di riprendere il percorso di pace e fermare i bombardamenti sui civili”.

“Solo bandiere del Pd e della pace”

Anche dallo studio di Porta a Porta ieri ha fatto fatica a sostenere la posizione del Nazareno. Ambigua, ondeggiante tra vecchie tentazioni e nuovi scenari. “Chiederemo nella piazza di sabato di fermarsi, liberare gli ostaggi, proteggere i civili. E fornire tutti gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza che soffre. Ed è fatta soprattutto di minori”, ripete Schlein ossessivamente. ” Bisogna avere la forza di riprendere il percorso di pace in Medio oriente. Colpevolmente abbandonato dalla comunità internazionale. Per noi la soluzione è due popoli due Stati”.

L’odio contro Israele e il negazionismo

Ma tra le file dei compagni il sentimento anti-israeliano è duro da imbrigliare. Nelle passate manifestazioni, dopo l’attacco spietato di Hamas del 7 ottobre, è stato un tripudio di bandiere nero, bianco, verde e rosso della Palestina. Sbandieramenti accompagnati dalle accuse a Tel Aviv di  “genocidio” e “apartheid”.  In alcuni cartelloni è spuntata la foto del premier israeliano Benjamin Netanyahu accanto a quella di Adolf Hitler. Saranno 48 ore pesanti per Schlein alle prese con ribelli e disobbedienti, grondanti odio contro Israele.

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