Estratto dall’articolo di Natalia Delfino per il Secoloditalia

Scarsissima partecipazione e polemiche interne all’opposizione hanno caratterizzato la manifestazione pacifista che si è svolta ieri a Roma, a piazza dell’Esquilino. Nonostante il trionfale annuncio della vigilia da parte degli organizzatori dell’adesione di oltre 50 associazioni alla raccolta firme, la mobilitazione ha portato in strada poche centinaia di persone. C’è il dato poi tutto politico dello scontro ampiamente anticipato che si è consumato tra M5S e Pd, con Giuseppe Conte che ha recriminato sull’assenza di Elly Schlein, sottolineando che “la piazza la vedete, è sotto gli occhi di tutti. Non entriamo nelle valutazioni delle scelte fatte da altri. Noi ci siamo”.

L’attacco di Conte e l’imbarazzo del Pd

Oltre al M5s, in piazza c’erano tra gli altri anche Maurizio Landini e Angelo Bonelli, più una sparuta delegazione di esponenti Pd, presenti a titolo personale. Una circostanza alla quale si è attaccata la senatrice Susanna Camusso per sostenere che “il Pd c’è, come ha detto la segretaria, c’è nelle persone che ci sono così come c’è in tante altre manifestazioni. Non capisco perché si continui a fare una polemica fondata sul nulla”. La stessa Camusso, però, ha ammesso che “il Pd ha scelto la linea della libertà di presenza delle persone”. Dunque, non un’adesione di partito, ma dei singoli.

La debacle della piazza pacifista (e delle velleità sul campo largo)

Toni polemici sono stati usati anche da Angelo Bonelli: “Oggi noi siamo fieramente qui, convintamente, ma in maniera profondamente preoccupata. Su ciò che fa il Pd o altri non esprimo alcun giudizio penso però di poter dire che oggi c’è una profonda preoccupazione nel popolo italiano”. Assente annunciato, poi, Carlo Calenda, che ha anche rivendicato la distanza da quella piazza. Insomma, a nemmeno una settimana dal voto di Foggia, che ha fatto esultare la sinistra per l’efficacia del campo largo, l’opposizione si trova di nuovo apertamente e clamorosamente in frantumi su un tema cruciale, anche dal punto di vista di visione strategica e compatibilità delle posizioni, come l’atteggiamento da tenere di fronte alla guerra in Medioriente.

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