Estratto dall’articolo di Monica Pucci per il Secoloditalia

Lei è andata al Congresso di Azione armata delle migliori intenzioni, sia chiaro. Elly Schlein sperava di ricevere una calda accoglienza ma si è ritrovata a passare dalle temperature estive dell’esterno a quelle tiepiede, per non dire freddine, dell’assemblea nazionale del partito di Carlo Calenda. Che se l’è messa affianco, in prima fila, ha dispensato sorrisi e dichiarazioni di affetto, ma poi, dal palco, l’ha stroncata, soprattutto frapponendo tra sè e il progetto della Schlein su un “campo largo” acchiappa-tutto a sinistra e al centro, il proprio non esile corpo.

Schlein lancia appelli all’unità, Calenda la gela

“Abbiamo le nostre differenze, ci mancherebbe, ma al di là delle differenze con un approccio pragmatico tante sono le questioni su cui noi possiamo lavorare insieme dimostrando che c’è un’alternativa a questa destra, costruendola nel merito delle cose e non chiudendoci in una stanza provando, forse senza riuscirci mai, a starci simpatici… Foggia lo dimostra dove riusciamo a costruire un perimetro con un programma coerente e mettere in campo una candidatura credibile, noi siamo in grado di tornare a vincere insieme”, ha detto, speranzosa, Elly Schlein all’assemblea nazionale di Azione.

Ma il leader di Azione non si è allineato, anzi, l’ha anche un po’ mortificata sul modo di fare politica del Pd. “Al Pd, a Elly Schlein per cui provo affetto dico attenti a fare la gara a chi è più bravo nel populismo perché Conte vince 10 a 0… E’ più allenato grazie a voi del Pd che lo avete sostenuto come premier”, ironizza Calenda. Come a dire, anche nel modo peggiore di fare politica, qualcuno lo fa meglio di te… Poi Calenda passa al concreto. “Il campo largo? Come dicono gli americani, ‘over my dead body’. Dovrete passare sul mio corpo”.

Il Terzo Polo unica prospettiva, con o senza Renzi

“Terzo Polo è un nome che non mi piace. Noi vogliamo costruire un grande fronte repubblicano e noi siamo aperti e disponibili ca cambiare se sarà necessario farlo e lo faremo dal giorno dopo le europee per costruire un grande partito riformista, democratico e popolare“, dice poi Carlo Calenda all’assemblea nazionale di Azione.

Insomma, ci sono un centrodestra e un centrosinistra con cui, secondo Azione, è possibile interloquire. E Calenda con il progetto del Terzo Polo si piazza in mezzo. Pronti alla collaborazione sui temi ma non ad alleanze organiche in un campo o nell’altro. Dialogo sulle questioni concrete, che sia il salario minimo con Schlein o la riforma dell’abuso d’ufficio con la maggioranza. Calenda, dopo la rottura con Matteo Renzi, riparte dunque da dove era tutto iniziato: la costruzione di un soggetto fuori dallo schema del bipolarismo.

“Noi andremo per l’alto mare aperto a prendere i voti finché non saremo talmente forti che saremo noi a dire agli altri con chi si vogliono alleare. Voglio che finisca il bipolarismo e voglio cambiare la politica in Italia“, scandisce Calenda.

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