Estratto dall’articolo di Sveva Ferri per il Secoloditalia

C’è chi lancia allarmi con una tempistica sospetta e un elevato rischio di dividere e chi invece lancia alleanze per costruire insieme il futuro. All’indomani dell’intervento, in odore di strumentalità, di 14 scienziati contro il presunto smantellamento della sanità pubblica, dal mondo della ricerca arriva un’iniziativa che con la politica invece vuole costruire un’alleanza. E che trova le porte aperte a Palazzo Chigi: “Scienza e politica devono essere alleate nel perseguire il bene comune”, compiendo “ogni forzo per perseguire l’obiettivo che ci unisce” di “garantire un futuro migliore ai nostri figli e alla nostra nazione”, ha detto Giorgia Meloni, intervenendo al convegno “La scienza al centro dello Stato”, durante il quale il premier ha tra l’altro aperto al nucleare pulito: “Una grande prospettiva”. L’evento è stato organizzato – in tempi  non sospetti rispetto all’iniziativa dei colleghi – dall’Italian Scientists Association (Isa). Durante l’incontro, l’associazione ha consegnato al premier il “Manifesto per la scienza”, supportato da oltre 500 scienziati pronti a mettersi al servizio dello Stato.

Meloni: “Scienza e politica devono essere alleate”

“Se da una parte la politica, priva del supporto e della competenza degli scienziati, rischia di scadere nella demagogia, dall’altra l’apparato tecnico scientifico privo di ordine politico e principi etici rischia di scadere nella tecnocrazia”, ha avvertito il presidente del Consiglio, sposando la necessità di una solida alleanza tra i due settori. “Sono convinta – ha ribadito – che sia necessario rimettere al centro il dialogo tra uomini e donne di scienza da una parte e istituzioni dall’altra”, soprattutto in un tempo “fatto di copiose sfide, estremamente complesse”.

L’avvertimento del premier: “Non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente lecito”

“Non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente lecito”, ha proseguito Meloni, citando l’esempio del dibattito sulla pecora Dolly. Il premier poi ha fatto riferimento al film Oppenheimer, incentrato sulla figura dello scienziato ‘padre’ della bomba atomica: “Ci sono molti dei temi dei quali discutiamo oggi: l’ambizione della conoscenza, ma anche interrogativi sull’uso del potere che da quella conoscenza può derivare, l’angoscia della conoscenza. Problemi – ha sottolineato – che lo scienziato non può affrontare da solo”.

Meloni: “L’Italia è la patria del genio e della scienza, deve tornare a sognare in grande”

Meloni si è anche soffermata nel merito di alcuni temi di particolare importanza, dall’energia pulita, cruciale anche nel dibattito in atto sulla transizione green, all’intelligenza artificiale, che il premier ha voluto tra gli argomenti di primo piano anche al G7. “Una grande prospettiva e una grande visione” derivano dalla possibilità di produrre, “in un futuro non così lontano, energia pulita e illimitata dal nucleare da fusione”. “L’Italia – ha ricordato – è la patria di Enrico Fermi e su questo non è seconda a nessuno grazie al know how, all’attività di ricerca e sviluppo e al nostro sistema produttivo. Possiamo continuare a crescere e a regalare al mondo un futuro migliore e diverso”. L’Italia, ha proseguito, resta “la patria del genio e della scienza” e “vale la pena ricordarlo, perché è come se questo Paese negli ultimi tempi si fosse convinto di aver perso quella capacità”. “Se si smette di sognare perde anche la scienza, e l’Italia per un po’ di tempo ha dimenticato di sognare, dimenticando alla fine anche quello che è capace di fare. Oggi la nostra sfida principale è tornare a pensare in grande e tornare a credere nel nostro talento”, ha sottolineato ancora il presidente del Consiglio, ribadendo l’impegno del governo per il rientro dei “cervelli” andati all’estero.

Focus su energia pulita e intelligenza artificiale

Quanto all’intelligenza artificiale generativa “sta aprendo scenari sui quali siamo chiamati a confrontarci molto più velocemente di quanto oggi non si stia facendo: eravamo abituati a un progresso che aveva l’obiettivo di utilizzare le competenze umane, ma quel processo si concentrava sulla sostituzione di lavoro fisico e questo consentiva all’uomo di elevarsi. Oggi – ha sottolineato – rischia di non essere più così: quello che può essere sostituito oggi è l’intelletto e l’uomo rischia di ritrovarsi in un mondo in cui non è più al centro”. “Delle volte ho l’impressione che, senza rendercene conto, stiamo barattando la nostra libertà con la comodità: quando ce ne renderemo conto potrebbe essere troppo tardi. Non voglio dire che questa tecnologia sia negativa ma che senza adeguati processi, che sono politici, per giudicare quei rischi rischiamo di arrivare troppo tardi”, ha aggiunto.

Il “Manifesto per la scienza”: sei temi per costruire il futuro insieme alla politica

“Considero questo manifesto della scienza un documento estremamente prezioso, che dal mio punto di vista contiene moltissimi spunti fondamentali per il lavoro che la politica deve fare”, ha quindi concluso Meloni, assicurando che “il governo intende farne tesoro”. Il “Manifesto per la scienza” è una sintesi di contributi presentati, a seguito di una raccolta di idee, da un gruppo di soci di Isa. In particolare, sono sei i punti del documento che l’Isa propone alla politica per “avviare non solo un dibattito su questioni di interesse comune ma anche la creazione di tavoli tematici dedicati all’approfondimento di argomenti specifici, attraverso un dialogo diretto tra scienziati e decisori politici”: Cultura della salute; Territorio sicuro e sostenibile; Economia circolare; Sviluppo condiviso; Società della conoscenza e dell’innovazione; Ricerca di valore.

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