Estratto da LiberoQuotidiano.it

La Francia è nel caos, una BlackLivesMatter in salsa transalpina nel nome di Nahel, il 17enne ucciso da un poliziotto martedì scorso a Nanterrebanlieue di Parigi. Una tragedia che sta gettando il Paese nell’incubo della rivolta razziale e sociale. Il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha scritto alla polizia e ai vigili del fuoco per congratularsi con il loro operato negli scontri degli ultimi giorni. “Da tre giorni il nostro Paese si trova di fronte a disordini di rara violenza”, ha scritto il ministro come riporta Le Figaro, “in questo contesto degradato, avete resistito e avete reagito proporzionalmente, nei limiti della legge”. “Come sapete, questa minoranza di delinquenti non rappresenta la stragrande maggioranza degli abitanti dei quartieri popolari”, ha aggiunto Darmanin, “queste prossime ore saranno decisive e so di poter contare sul vostro immancabile impegno per il rispetto delle leggi e dell’etica”. Parole molto dure che non aiuteranno, forse, a riportare la calma.

Il presidente Emmanuel Macron ha invece lanciato un appello ai genitori, affinché siano “responsabili”, e tengano a casa i loro figli, “giovani e giovanissimi”, fermati in questi giorni di disordini. Parole, queste, pronunciate dal capo dello Stato durante e dopo una riunione della cellula di crisi che si è tenuta all’Eliseo. “Un terzo delle persone fermate la notte scorsa è costituita da giovani, anche giovanissimi” ha scritto Macron su Twitter. “Rivolgo un appello ai genitori alla responsabilità”. Come riferisce l’edizione online del quotidiano Le Monde, durante la riunione la prima ministra Elisabeth Borne ha annunciato il dispiegamento di blindati della gendarmeria per far fronte ai disordini. Deciso anche lo stop alle manifestazioni pubbliche e alle corse di autobus e tram dalle nove di sera. Secondo Le Monde, solo giovedì le persone fermate dagli agenti sono state 870.

Come detto, i disordini sono cominciati a Nanterre, alla periferia di Parigi, dopo l’uccisione martedì del 17enne di origini algerine. Il giovane, fermato a un controllo mentre era alla guida di un’auto, è stato colpito a morte da un poliziotto che gli ha sparato. Violenze, con saccheggi e devastazioni, sono state segnalate anche lontano dalla capitale, in città come Strasburgo e Marsiglia. A intervenire sui fatti è stata anche la Conferenza degli imam di Francia. L’organismo ha diffuso una nota nella quale chiede “il rispetto e il ritorno al dialogo di tutti affinché gli abitanti dei quartieri colpiti dalle violenze non siano le prime vittime della rabbia”. Gli imam hanno aggiunto: “Prendiamo atto che la giustizia è al lavoro sul dossier della morte del giovane Nahel per fare luce su questa vicenda il più rapidamente possibile”. Sabato sarà il giorno del funerale di Nahel e si temono scene di guerriglia generalizzata in tutto il Paese, come accaduto durante la presidenza Macron in occasione delle manifestazioni dei Gilet gialli prima e contro la riforma delle pensioni pochi mesi fa.

Nel frattempo, il governo francese ha escluso che ci siano problemi di razzismo tra le sue forze dell’ordine, come denunciato dalle Nazioni Unite. “Qualsiasi accusa di razzismo o discriminazione sistematica nelle forze di polizia in Francia è totalmente infondata”, si legge in una nota. “L’applicazione della legge in Francia è soggetta a un livello di controllo interno, esterno e giudiziario come pochi Paesi hanno. La Francia e le sue forze di polizia si battono con determinazione contro il razzismo e tutte le forme di discriminazione”.

 

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