Estratto dall’articolo di Federica Argento per Secoloditalia

Ricomincia “DiMartedì” e si installa il plotone di esecuzione contro il governo Meloni. Nella prima puntata dopo la paura estiva a Italo Bocchino da Giovanni Floris tocca sempre “il difficile compito” di essere uno contro tutti nel rimettere le cose dette in chiaro. E lo fa demolendo una ad una le “minchiate” dette da Alessandro Di Battista, arruolato da Floris per il controcanto al governo.  L’ex M5s straparla: “Il Paese è a pezzi. la gente non è andata in vacanza”. E poi si avventura in dati macroeconomici dipingendo un’Italia sull’orlo del precipizio. Il direttore politico del Secolo d’Italia lo lascia parlare, ascolta, la sua espressione è tutta un programma. Interviene Floris che ci mette del suo: “Sono i fatti che stanno condannando Giorgia Meloni”. E dà la parola a Bocchino per la replica. La replica è una stroncatura delle parole in libertà dell’ex grillino.

Bocchino a Floris e Di Battista: “I fatti non sono quelli che avete raccontato”

I fatti, appunto. “I fatti non sono quelli che sono stati raccontati- zittisce tutti Bocchino-. Di Battista ha dato in numeri ed anche sbagliati. Cinque sono i parametri economici che vanno analizzati dall’insediamento del governo Meloni ad oggi per valutare se la situazione dell’Italia è positiva o negativa: Primo dato, il Pil: il Fondo monetario internazionale dice che L’Italia nel 2023 – dunque anno intero del governo di centrodestra- crescerà dell’1,1%. Nell’area euro cresciamo più di Germania e Francia”. Floris barcolla e si intromette contestando i dati e iniziando la strategia dell’interruzione: “Sono i dati post trimestre- assicura Bocchino-. Lo spread al termine del governo Draghi era a 245 ed è ora a 178. Loccupazione nell’ultimo mese di Draghi era al 60,5 per cento; nell’ultima rilevazione Istat è al 61,5″. Arriva l’interruzione e la battuta idiota di Floris: “Ora dirà che i ristoranti sono pieni?”. Il riferimento è alla celebre frase di Berlusconi durante la crisi del 2008.

Bocchino: “Pil occupazione, spread: dove lo vedete il Paese a pezzi?”

Ma non fa ridere. Il direttore editoriale del Secolo d’Italia non si lascia distrarre: “Dopo parleremo anche dei ristoranti”. E riprende il filo del discorso, teso a confutare il quadro- horror – il Paese è “a pezzi”- che in studio si tenta di accreditare sulla scia nientemeno che di Di Battista.”Dunque – riprende Bocchino- il tasso dell’occupazione è il più alto dal 1967. L’inflazione: quando Draghi ha consegnato la campanella a meloni era al’11, 8. Ora è a meno della metà: al 5,4 per cento”. Non è finita qui, Di Battista tace e Floris non può che far terminare la disamina con un altro dato confortante: le esportazioni: “Il 2022 era stato l’anno boom- sottolinea Bocchino- . Ora abbiamo anche migliorato il dato dello scorso anno del 6,8 per cento. Ma scusate, un Paese con questi indicatori economici vi sembra un Paese a pezzi?”. Questo è lo stato dell’arte. Floris non risponde e si rifugia nel “porto sicuro”: “Professoressa”, dice dando la parola alla Fornero in collegamento.

 

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