Estratto dall’articolo di Alessandro Gonzato per LiberoQuotidiano

Se come diceva Ennio Flaiano «il peggio che può capitare a un genio è di essere incompreso» allora Elly Schlein deve vivere di frustrazioni. Il suo piano su migrazioni, accoglienza e pensioni è geniale ma non se l’è filato nessuno. E non sono i 7 punti presentati lunedì al Nazareno (riforma del Regolamento di Dublino, missione Mare Nostrum eccetera), ma i 7 che aveva già sottoscritto sotto forma di proposta di legge il 13 ottobre 2022 prima seduta del nuovo parlamento – e che Libero ha ripescato e offre ai lettori. Oltre alla segretaria Dem la lista dei proponenti comprende Laura Boldrini, Debora Serracchiani, Giovanni Cuperlo, Marco Furfaro, Giuseppe Provenzano. Primo firmatario il capo di +Europa, Riccardo Magi. La sintesi della proposta di legge è che la sinistra vuole concedere il permesso di soggiorno e la pensione a tutti i migranti che sbarcano in Italia. Esageriamo? Giudicate voi. La base della proposta di legge è l’«abolizione del reato di clandestinità», e qui non c’è da spiegare nulla. Poi, dicevamo, c’è la straordinaria pensata di dare la pensione ai migranti, e ci arriviamo. Procediamo con ordine.

SANATORIA – Il punto numero 2 del pamphlet Dem è all’articolo 22-quater: «Col permesso di soggiorno per comprovata integrazione», com-pro-va-ta integrazione – «si prevede la regolarizzazione dei migranti irregolari compresi i richiedenti asilo ai quali è stata respinta la richiesta di protezione internazionale (una sanatoria a confronto è nulla, ndr) che dimostrino di essere radicati e integrati nel tessuto civile, sociale e ordinamentale del nostro Paese, condizione desumibile da elementi quali l’immediata disponibilità al lavoro, il grado di conoscenza della lingua italiana, la frequentazione di corsi di formazione professionale, legami familiari o altre circostanze di fatto (altre ancora? E quali? Boh, ndr) o comportamenti idonei a dimostrare un legame stabile col territorio in cui vivono».

Certo, il permesso di soggiorno «per comprovata integrazione» – durata 2 anni, rinnovabili – verrebbe dato solo «in assenza di procedimenti penali per reati gravi», e grazie. Ma quali sono quelli gravi? E quelli lievi? Lo spaccio in quale categoria rientra? Andiamo avanti.

L’immigrato arrivato clandestinamente ancora non ha un lavoro? Fa niente (punto 3), perché sì, «il permesso provvisorio di soggiorno non viene rinnovato» nel caso l’extracomunitario non lavori, ma viene comunque concesso se «lo straniero dimostra di essersi registrato come disoccupato e se ha reso l’immediata disponibilità allo svolgimento dell’attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate col centro dell’impiego». Insomma, basta fingere buona volontà. Nel frattempo l’irregolare chi lo controlla? Altro punto geniale (e siamo a 4), articolo 3 comma b: tu, amico extracomunitario, non hai un impiego? Rilassati, ci sono il Pd e +Europa! È sufficiente «una dichiarazione autografa da cui risulti l’impegno a rimpatriare in caso di mancata stipulazione di un contratto di lavoro entro il termine di durata del permesso di soggiorno». L’autocertificazione: quanto ci mancava! Massì: l’irregolare tornerà sua sponte in patria, un po’ di fiducia! Al lavoro ci torniamo subito. La pensione è fondamentale, altroché.

Il disegno di legge “Magi-Schlein-Boldrini e compagni” (quinto pilastro) «prevede che il lavoratore straniero che lasci l’Italia conservi i diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati e possa goderne- attenzione-attenzione – anche in deroga al requisito dell’anzianità contributiva minima di vent’anni». E gli italiani? Mangino brioche. E d’altronde il Pd lo dice da tempo, sono e saranno gli immigrati a pagarci le pensioni, su cui loro – nell’Italia della Schlein non dovrebbero pagare i contributi. Le “risorse” della Boldrini.

Un attimo, sulle pensioni c’è di più: «In caso di rientro definitivo dello straniero attraverso un programma di rimpatrio volontario assistito è ammessa la corresponsione dell’80 per cento dell’ammontare di quanto maturato». Porti spalancati, accoglienza indiscriminata e quiescenza agevolata: una cuccagna! Torniamo al lavoro. Elly e il Magi (punto 6) vogliono «la reintroduzione del sistema dello sponsor già collaudato con la legge Turco-Napolitano», ossia il rilascio del permesso di soggiorno se a garantire è il datore di lavoro o qualche altro «ente o organizzazione operante nel settore dell’immigrazione da almeno tre anni», quindi anche Migrantes o Arci, che infatti figurano ufficialmente tra gli enti che sostengono la proposta. Ah, nel documento c’è anche la Cgil, e Maurizio Landini sarebbe già in sollucchero se il governo di centrodestra non fosse più che saldo.

ELEZIONI – Punto 7, l’ultimo (ma non certo per importanza): il magnifico mondo di Elly vuole «estendere agli stranieri titolari di permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo il diritto di elettorato attivo e passivo nelle consultazioni elettorali amministrative e nelle altre elezioni locali, nonché il diritto di partecipare alle consultazioni referendarie indette dagli enti locali». Un immigrato con permesso di soggiorno temporaneo potrebbe non solo votare ma anche essere eletto. Tutto questo, si legge nella proposta di legge, per «contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina». E pensate se non volessero contrastarla! A Elly andrebbe conferito un premio, altro che le pernacchie che le rifila metà del suo partito. Altro che il premio “imprenditrice straniera dell’anno” consegnato dall’allora presidente della Camera Boldrini alla suocera di Soumahoro. La proposta Magi-Schlein batte pure i corsi di sci pagati ai richiedenti asilo africani quando la Serracchiani era governatrice del Friuli Venezia Giulia, peso a valle e sci a monte avanzato. Oddio, forse, li batte. La sinistra s’è messa in testa un’idea meravigliosa. Anzi, sette.

 

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