Estratto dall’articolo di Alberto Consoli per Secoloditalia.it

L’estate “militante” di Elly Schlein tutto slogan e firme farlocche sul salario minimo plana in Svizzera, prima a Zurigo, poi si sposterà a Basilea. Nella “sua” terra natale  in tarda mattinata ha portato il suo saluto ai «compagni del Partito socialista elvetico» al loro congresso. Da un Paese non certo “per tutte le tasche” sentire la parola povertà risuonare dal discorso della segretaria Pd rappresenta un ossimoro indigesto.  In Svizzera vivono 350.000 italiani con doppio passaporto. Il che urta con la narrazione di  un partito che ha al centro della propria azione politica gli interessi dei ceti più deboli. E urtano in maniera grottesca gli attacchi al governo. Un discorso il suo tutto chiacchiere e fascismo. Siamo increduli, non credevamo che si potesse sfiorare il ridicolo, ma le agenzie parlano chiaro: ” Siamo in un momento storico in cui vediamo troppi pericolosi rigurgiti di nazionalismo e negazionismo della storia. Con pensieri che possiamo ancora definire fascisti”. Che il partito con lei sia alla frutta è un dato di fatto.

Schlein dalla Svizzera straparla di “pericolo fascista”

Insiste sul tema cercando di “corteggiare”  i voti italiani per le Europee del 2024. Lo fa utilizzando un tema ridicolo. “I rapporti tra Italia e Svizzera affondano le radici in un’epoca lontana: hanno trovato una struttura politica negli anni bui del ventennio del fascismo in cui migliaia di esuli hanno trovato rifugio in questo Paese. Anche grazie a loro si è strutturato l’antifascismo italiano, una fase storica che oggi è bene ricordare”. Poi discorsi tutto slogan a buon mercato.”Non si può combattere la denatalità se non si combatte la precarietà del lavoro. Che colpisce soprattutto i giovani e le donne nel nostro Paese. Ci siamo uniti con le altre forze di opposizione per fare una grande battaglia sul salario minimo in Italia”, millanta con i compagni svizzeri. Il campo largo non esiste e sul salario minimo Italia Viva non fa parte della partita. Oltretutto siu tratta di una misura impossibile. Ma questo Elly non lo dice ai compagni svizzeri. Chi sta combattendo contro la povertà è il governo Meloni, non il Pd, reduce da anni di governo durante i quali i medesimi temi erano stati deribricati.

L’estate militante della Schlein plana a Basilea, una delle più care città della Svizzera

Il che fa ridere. Mentre infatti punta il dito contro il governo Meloni accusato di non aiutare i poveri, Schlein guarda alla Svizzera come modello, che non è un modello raggiungibile. Non proprio un paese alla portata di tutte le tasche. Lei è  nata a Lugano in Canton Ticino e sta per andare a Basilea a parlare di povertà “da una delle città più care della Svizzera, basti pensare che, secondo il sito Numbeo, specializzato nel calcolo del costo della vita, vivere a Basilea costa il 54,8% in più che a Roma”, fa i conti il Giornale. Non è credibile.

Sull’immigrazione fa autogol: Mattarella ha elogiato il Piano Mattei

Sull’immigrazione, poi, mette in scena uno dei più grandi bluff. “Le destre nazionaliste parlano a sproposito- attacca-. E adottano leggi ingiuste ed illegali. Ma non si ricordano mai di salvare vite”.  Affermazioni gravissime, in un momento in cui anche il presidente della Repubblica Mattarella  ha elogiato il “Piano Mattei” dell’esecutivo. Sul tema, un bagno di realtà avrebbe dovuto suggerirle cautela. Il suo Pd è spaccato. Poi le farneticazioni su vari temi: “I nazionalisti nella loro retorica di odio scelgono un nemico al giorno che sono le persone diverse: la donna troppo emancipata, la comunità Lgbt, i migranti e oggi anche gli ecologisti. Noi dobbiamo batterci insieme perchè quella retorica di odio portata agli estremi, mette i nazionalisti uno contro l’altro dalle opposte parti dei muri che vogliono costruire. Basta vedere il fallimento di Meloni nel tentativo di mediare coi i suoi alleati nazionalisti polacchi e ungheresi…”. Ogni singola parola è grottesca oltreché non veritiera. Non si è accorta tra l’altro che  la premier ha incontrato poche ore fa la presidente ungherese, Katalin Novak.  «L’amicizia che ci lega e i nostri comuni valori costituiscono la forza per continuare a lavorare insieme sui temi che ci uniscono nell’interesse delle nostre Nazioni e dei nostri popoli». Se proprio la Schlein deve guardare ai fallimenti, guardi a casa sua.

 

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