Estratto dall’articolo di Francesco Storace per LiberoQuotidiano.it

Ad Elly Schlein non ne va bene una. Altro che estate militante, con i pasticci quotidiani che si ritrova in casa. Adesso le tocca fare i conti – lei che ha il papà di religione ebraica – pure con le pulsioni antisemite di noti gentiluomini finanziatori di Hamas e con collegamenti inquietanti con politici italiani di sinistra. Il che non aiuta a costruirsi una credibilità internazionale in un mondo che non trova pace: non ha ovviamente colpe dirette, la segretaria del partito, ma qualche dubbio farebbe bene a scioglierlo per tranquillità della pubblica opinione. Chissà, ad esempio, se la leader del Pd ha già chiesto a Laura Boldrini quali sono i suoi rapporti con Mohammad Hannoun. Costui è il fondatore dell’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese che, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe accusata da Israele di finanziare Hamas. È vero? Non è vero? Vale la pena di avere rapporti con lui?

L’INCONTRO
Egli avrebbe visto anche l’ex presidente della Camera, come testimoniato da una foto (“un aiutino alla smemorata”) che ha postato su twitter Giovanni Donzelli, numero due di Fdi, per rinfrescare la memoria alla Boldrini. Che, va detto, si fa vedere in modalità glaciale: «Se anche fosse successo, specie a margine di un incontro come è stato scritto da alcuni giornali, la polemica mi sembra strumentale e infondata». Non è esattamente così, verrebbe da dire all’onorevole rossa, perché il primo quotidiano che ne ha scritto – Repubblica, non esattamente un suo nemico – parla di Hannoun come un personaggio da prendere abbastanza per le molle. A quanto se ne sa da ieri, Israele avrebbe chiesto pure di bloccarne i conti in Italia. E che ci deve fare con i soldi nel nostro paese?

Sicura, onorevole, che incontrare un tizio del genere non esponga ad una polemica fondatissima, invece? Oppure anche la sola domanda espone all’ennesima, permalosa querela? Ma la Schlein non è sola a dover fronteggiare una questione così delicata. Ci sono anche i pentastellati di Conte, con la componente della commissione antimafia Stefania Ascari, che il parlamentare di Fdi Riccardo De Corato infilza con una nota molto dura, accusandola per i suoi rapporti con lo stesso Hannoun. E due. La linea di collegamento con Hamas non può non preoccupare e farebbero bene tutti a prenderne le distanze in maniera esplicita. Invece si farfuglia, si fa giurin giurello, ma certe relazioni vanno stroncate prima di fare danni. Anche perché poi tocca alla Schlein precipitare nella contraddizione quando accusa Giorgia Meloni: «Meloni ha voluto volare fino a Varsavia per farsi ribadire un no secco dai suoi alleati nazionalisti alla solidarietà all’Italia in termini di condividere le responsabilità sull’accoglienza.

Questo succede quando ci si sceglie degli amici che vogliono dei muri contro il nostro paese, e contro i diritti fondamentali dei richiedenti asilo». Diciamo che Elly farebbe bene a pensare alle frequentazioni, ben più rischiose, di qualche suo amico… Chi finanzia Hamas è forse meno pericoloso di leader consacrati dal voto popolare? Ma stiamo scherzando? Ecco, la Schlein non può davvero impartire la morale quando i problemi li ha in casa, come se non bastassero la nascita della corrente di Stefano Bonaccini entro fine mese e le alzate di testa, pesantissime, di Vincenzo De Luca.

ELEZIONI EUROPEE
C’è un partito abbastanza ribelle, manca solo la miccia per farlo esplodere. Insomma, il Pd rischia di vivere un’estate tutt’altro che militante, magari più agonistica con tanto di guantoni da boxe infilati l’uno contro l’altro. Ogni giorno la povera Schlein tenta di deviare l’attenzione sul nemico a destra, ma i capitomboli sono ormai pane quotidiano perla numero uno del Nazareno. In queste condizioni, il Pd rischia di arrivare distrutto alle elezioni europee. E se è vero che in quella competizione si voterà con il sistema proporzionale, ciò non toglie che bisognerà affrontare due fatiche: convincere gli elettori ad andare ai seggi e poi provare a farli votare a sinistra, quella loro. Impresa complicata se rinascono le correnti, se non si frenano gli estremismi contro Israele, se non si riesce a mettere a posto l’ira dei governatori e in generale degli amministratori locali sempre più ridimensionati dagli apparati di partito.

 

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