Estratto dall’articolo di Francesco Severini per il Secoloditalia

Giorgia Meloni è in procinto di recarsi in Egitto, il 17 marzo, insieme con Ursula von der Leyen, con il premier belga e presidente di turno del Consiglio europeo, Alexander De Croo, e con il primo ministro greco Kyriakos Mītsotakīs. Lo scopo è siglare un accordo che riguarda anche i migranti. Accordi che stanno dando i loro frutti come dimostrano i dati sul calo degli arrivi irregolari sulla rotta del Mediterraneo centrale.

Attacco scomposto di Elly Schlein

Partendo da questo appuntamento e commentando l’ultimo naufragio in mare, la segretaria dem Elly Schlein ne ha approfittato per attaccare la premier: “Anziché discutere di come mettere in mare una vera missione europea di ricerca e soccorso per salvare vite nel Mediterraneo, domenica la presidente della Commissione Von der Leyen si prepara a volare con Giorgia Meloni in Egitto, come già fatto in Tunisia, a promettere risorse al regime di Al-Sisi per fermare le partenze, in un Paese che non è sicuro né per gli egiziani né per tutti gli altri, visto che il governo egiziano non ha alcun rispetto per i diritti umani e che ha sempre ostacolato la piena verità e giustizia sulle responsabilità dell’omicidio e delle torture subite da Giulio Regeni, un cittadino e ricercatore europeo”.

La replica di Foti: voi nemici dell’Italia

Il lungo post della leader dem si apre con un commento a quanto denunciato dall’equipaggio della Ocean Viking: “Oltre sessanta persone sono morte di fame, sete e ustioni su un gommone partito dalla Libia e alla deriva per giorni. Questa strage non si ferma. Nel 2023 sono morte nel Mediterraneo oltre 3000 persone, quasi 2300 solo sulla rotta del Mediterraneo centrale, un numero di morti più alto del 60% rispetto al 2022″.

“Ancora una volta la sinistra, anziché tifare Italia – commenta Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di FdI –  prova a mettere a segno l’ennesimo attacco contro il Presidente Meloni alla vigilia di una missione molto delicata in Egitto. Le accuse demagogiche mosse da Schlein e compagni rivelano tutta l’inconsistenza di chi è incapace di fare una proposta costruttiva nella gestione dei flussi migratori. Lo dimostrano decenni di politica di ‘porte aperte’ in cui il fenomeno è stato subìto e non gestito dalle sinistre, con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti”.

“Stizza inopportuna”

“L’accordo Italia-Albania, il protocollo d’Intesa con la Tunisia e lo stesso piano Mattei –  conclude Foti – rivelano, invece, una gestione lungimirante da parte del governo Meloni. Un accordo ulteriore con un altro Paese africano rappresenterebbe un risultato straordinario, che meriterebbe encomio e non la solita stizza inopportuna e frutto d’invidia che Conte e Schlein mostrano. Che si tiri in ballo una questione che brucia come quella di Giulio Regeni, poi, rappresenta un becero tentativo di cercare facile consenso contro un governo che dimostra ogni giorno, con i fatti, di saper portare a casa i risultati, a dispetto dei gufi e a dispetto di chi sa solo e sempre remare contro e, troppo spesso, in modo riprovevole”.

Montaruli: da Schlein attacco di gelosia

Evidentemente il segretario del Pd – sostiene Augusta Montaruli (FdI) – “ha un attacco funesto di gelosia che l’acceca a tal punto da non riuscire a comprendere quanto sia importante che l’Italia abbia fatto tornare l’Europa ad occuparsi di questo tema. Come in tutti gli attacchi di gelosia, poi, Elly Schlein straparla quando chiama in causa la vicenda Regeni che non merita sproloqui ma serietà. Solo grazie al ritorno al dialogo con l’Egitto e all’impegno di Giorgia Meloni il governo italiano è riuscito a riportare in Italia Zaki. Se fosse per le posizioni da collettivo del pd in politica internazionale il ragazzo non sarebbe probabilmente a casa e l’Europa continuerebbe a lasciare sola l’Italia davanti ai problemi che in dieci anni di pd al governo si sono incancreniti esponendo la nostra nazione e la popolazione africana stessa a condizioni inaccettabili”.

Tajani: ma chi vuole che i migranti muoiano in mare?

Del tema migranti ha parlato anche Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri,  a ‘Prima di domani’ su Retequattro: “Stiamo combattendo una guerra contro i trafficanti di esseri umani, sapendo bene che le imbarcazioni per cui vengono pagati 2-3mila euro non sono in grado di affrontare quel viaggio. Bisogna intervenire per cercare di risolvere il problema a monte. La Guardia costiera, la Marina e la Gdf fanno il loro dovere. Figuriamo se qualcuno vuole che ci siano persone che muoiono in mare”.

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