Estratto dall’articolo di Brunella Bolloli per LiberoQuotidiano

Ancora lui, coni suoi retweet. Stavolta attento a dosare le parole perché le sfuriate anti-Israele e contro «Netanyahu serial killer» non gli hanno portato bene e a causa delle sue “sparate” l’agente gli ha dovuto posticipare qualche illustre ospitata. Però, Patrick Zaki c’è sebbene da lui, così attento ai diritti umani, non si senta una parola di condanna al terrorismo di Hamas. L’attivista che ha studiato a Bologna guarda le immagini che gli arrivano dalla piazza di Roma piena di compagni con la kefiah. Vorrebbe applaudire, gridare a tutti che quella è la sua parte, ma si limita a ripostare la foto del corteo al Colosseo con l’hashtag per il cessate il fuoco. Anche il messaggio di Josep Borrell per lui merita di essere condiviso.

L’Alto rappresentante dell’Ue cita le parole dell’Unrwa che condanna i bombardamenti su Gaza, il completo blackout nella Striscia, la situazione disperata della gente senza cibo e acqua, e ricorda che: «This is against international humanitarian law», cioè è contro il diritto internazionale umanitario. A Zaki non pare vero che Alexandria Ocasio-Cortes, giovane paladina dei democratici Usa, scriva che «è inaccettabile interrompere la comunicazione a 2,2 milioni di persone a Gaza», è ciò che pensa lui. Lo traduce e lo condivide in pieno.

Qualche ora prima, però, Zaki ha deciso di scrivere qualcosa di suo su X e stavolta è stato per criticare l’Italia, il Paese che l’ha riportato alla vita e alla libertà dopo una lunghissima detenzione in Egitto. «In un momento in cui si compiono crimini di guerra contro i civili e di azioni proibite contro l’umanità, non esiste “scelta equilibrata” perché non sostenere la risoluzione del cessate il fuoco significa approvare e accogliere lo status quo». È una stoccata a Giorgia Meloni, che invece ha difeso l’astensione italiana perché mancava una condanna dei massacratori di Hamas. Proprio come continua a mancare nelle parole di Zaki.

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