È un Matteo Salvini che non fa prigionieri e non concede alibi a nessuno quello che ieri è salito sulla nave Elio che collega Messina a Palermo – per partecipare all’evento organizzato dalla Cisl sulla costruzione del Ponte sullo Stretto. «È una giornata importante perché oggi nasce la Società Stretto di Messina che avrà l’onore di portare a termine l’opera più green del secolo – spiega il vice premier e ministro delle Infrastrutture -. Il Ponte sullo Stretto unirà finalmente l’Italia dopo 50 anni di chiacchiere, di soldi spesi. Creerà 100mila posti di lavoro soprattutto per giovani siciliani e calabresi. Ripulirà l’ambiente, il mare, l’aria e sarà una opportunità per le imprese di tutta Italia, oltre che l’indicazione di quanto l’ingegneria italiana e i nostri operai siano i migliori al mondo». Salvini poi parla di soldi e ribadisce che il Ponte costerà «13,5 miliardi, come indicato nel Def. Conto possa costare anche di meno, ma costerà meno della metà di quanto gli italiani hanno pagato i reddito di cittadinanza. Con la differenza- spiega il vicepremier- che il reddito non lascia traccia, il Ponte è invece una infrastruttura che verrà usata da milioni di italiani».
I FINANZIAMENTI
A proposito di finanziamenti, Salvini si è detto convinto che «nei prossimi anni arriveranno tanti investimenti di privati, dall’Italia e anche dall’Estero», da parte di finanziatori attratti «da un’opera straordinaria, che non ha eguali nel mondo, un po’ come fu la cupola del Brunelleschi». E non solo: «L’Europa ci aiuterà, il commissario europeo è informato e affascinato dal progetto. Poi conto che la Banca europea degli investimenti, una volta checi saranno tutte le autorizzazioni, comprese quelle ambientali, ci dia anche una mano finanziariamente». Veniamo ai tempi. «L’obiettivo è l’apertura dei cantieri per l’estate 2024», mentre «pensiamo di riuscire a far attraversare i cittadini sul Ponte a partire dal 2032». E a chi gli chiede perché, dopo «50 anni di chiacchiere» questa volta sia quella buona, Salvini replica: «La differenza è che 50 anni fa non c’erano tutte le condizioni necessarie. Oggi sì. Oggi stiamo spendendo 20 miliardi in Sicilia e in Calabria per strade, autostrade e ferrovie. Il Ponte è un completamento di un investimento che non c’è mai stato».
L’altro fronte aperto è quello dei “No ponte”. Ad aspettare il vicepremier si presentano in 30 con i cartelli “Salvini vattene”, ma a dire “no” non ci sono solo loro ci sono anche alcuni – non tutti – sindacati. Come la Cgil, che ha già minacciato scioperi e manifestazioni contro l’opera. «Per un’organizzazione sindacale attacca il leader della Lega dire no ad un’opera come questa che, lo ribadisco, creerà 100mila posti di lavoro, è irrispettoso verso i propri iscritti». E ancora: «Se chi contesta dice che non si creerà lavoro, dice il falso, se dice che non si aiuterà l’ambiente dice il falso…».
LA NUOVA GOVERNANCE
Chiudiamo con la società nata ieri. L’amministratore delegato sarà Pietro Ciucci e il presidente Giuseppe Recchi. Compongono il Cda Eleonora Mariani, Ida Nicotra e Giacomo Francesco Saccomanno. Si tratta di una società in house, integralmente pubblica, che vedrà la partecipazione di Rfi, Anas, Regione Siciliana e Regione Calabria e per una quota non inferiore al 51% di Mef e Mit. «Si tratta di un passaggio di importanza fondamentale – ha spiegato Salvini -. La nuova società è un mix di esperienza, novità e competenza».