La scelta di candidare Sara Funaro per la corsa a sindaco di Firenze ha scatenato un vero e proprio terremoto all’interno del Partito democratico. La polemica divampa per il mancato appuntamento con le primarie ed anche Repubblica bacchetta Elly Schlein per tale scelta: “Sembra un paradosso, la segretaria del Pd che tutto deve alle primarie, non ci fossero state, avrebbe vinto Stefano Bonaccini, arrivato primo nel voto degli iscritti, ha di fatto archiviato le primarie per la scelta dei prossimi candidati sindaci e governatori”.
Ed è lo stesso quotidiano a tracciare uno scenario che inchioda Schlein: “Nei primi sei mesi del 2024 si vota in quattro regioni e circa 4 mila comuni e quasi ovunque Schlein ha ammainato i gazebo in nome di un’esigenza superiore, cioè la costruzione del campo dell’alternativa. Arrivando perfino a teorizzarlo, nonostante l’elezione diretta dei candidati e dei leader sia uno degli elementi costitutivi del Pd”. E l’analisi di Repubblica è impietosa: “Peccato solo che le alleanze fin qui fatte restino quasi sempre monche, i diktat dei 5 Stelle hanno spesso la meglio, si ricorre ai candidati civici soltanto quando la sconfitta è pressoché sicura. Così Schlein rischia di arrivare piuttosto malconcia alla cruciale sfida delle Europee”.
Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Firenze, Bari, Cagliari, Bergamo e Livorno, sono tutti nodi per la sinistra. E anche nel capoluogo pugliese ci sono problemi: la coalizione è d’accordo sul non andare alle primarie. Piccolo particolare: manca un nome che stia bene a tutti e che possa essere candidato al Comune. Un vero fuoco amico per Schlein e il suo Pd ‘autoritario’.